Accessori vintage

Gen 20th

 

Mia nonna aveva una eleganza innata. Forse perchè era una sarta e aveva uno speciale senso del bello ma i suoi vestiti avevano quel qualcosa in più che la rendevano un’artista (amo definirla così) ricercata anche dalle città vicine, come Salerno o Napoli. Solitamente era dal paese che si andavano a cercare le modiste di città..mentre a lei succedeva il contrario e i suoi vestiti da sposa fecero epoca. Ricordo la soddisfazione con cui si appuntava una spilla, o si inclinava un cappello guardandosi allo specchio, con un  sorriso accennato. Un piccolo tocco di rossetto e un filo di perle e poi in Chiesa. Non credo di averla mai vista andare in Chiesa senza le sue perle. Una cosa di cui mi raccontava sempre era il suo viaggio in America, destinazione New York, a casa di zio John e zia Maria, parenti di mio nonno. Erano ormai anziani e andò a prenderli per riportarli in Italia ma, data la distanza e il viaggio, prima passò lì un po’ di tempo. Lo definiva come uno dei periodi più felici della sua vita. Zio John era stato per 80 anni uno dei  sarti di smocking più famosi della Grande Mela e così mia zia di occasioni mondane ne aveva vissute tante. Durante il suo soggiorno americano, mia nonna una volta doveva andare a teatro ma si accorse che le mancavano degli accessori da sera. E allora Zia Maria le regalò tre oggetti preziosi di una sua ava(ormai ho perso il conto del livello di parentela..so solo che siamo arrivati a fine ‘800): una borsetta, un porta cipria e un porta essenze, tutti rigorosamente in argento e le diede anche un piccolo binocolo in madreperla. Posso solo immaginare mia nonna quella sera e la sua emozione.

Molti anni dopo regalò i 3 accessori di gala a mia madre, che ora li conserva in una piccola vetrina..ma non sono soprammobili, non posso considerarli tali. Hanno visto gente, abiti, fazzoletti di seta, signore eleganti come qualsiasi altra mia borsa di oggi. E forse molti di più. Oltre alla passione per la moda, nonna Grazia aveva quella per la cucina. Smessi i panni di sarta, si dedico’ a quelli di padrona di casa: non solo la qualità dei suoi piatti era eccelsa ma il modo di presentarli e la cura nei particolari rendevano speciale ogni pranzo, cena o merenda. Già, le merende. Il ciambellone più buono del mondo. Aveva una passione nel cucinare i dolci e riusciva a cucinare dessert senza tutti gli ausili di oggi da far sfigurare un pasticcere. Anche il ciambellone era poggiato sul suo vassoio di porcellana, magari su una tovaglia di pizzo o vicino ad un nastro, ad un fiore….. quando lo portava a tavola a stento sopprimevamo un “oohhh” di meraviglia.

La guardavo sempre cucinare ma più che  il cibo guardavo le sue mani e, purtroppo (aggiungo ora che lei non c’è)  dell’amata merenda non ho mai segnato la ricetta…quanto lo rimpiango! Ultimamente però ne ho provato uno che mi ha fatto fare un bel salto nel passato…il ciambellone di Santin, preso dal suo ultimo libro Pasticceria, le mie ricette di Base (un libro così non può mancare nella propria biblioteca). L’adoro. Per me è perfetto..anche perchè mi ricorda moltissimo quello che mangiavo un tempo. Semplice e raffinato, non mi delude mai.

RICETTA: CIAMBELLONE DI SANTIN

Ingredienti

  • 300 gr di farina
  • 250 gr di zucchero
  • 4 uova
  • 1 bicchiere di olio di semi
  • 1/2 bicchiere di latte
  • 7 gr di lievito per dolci
  • 5 gr di sale fino
  • aroma a piacere (scorza di arancia o limone, vaniglia, cacao, etc etc)

Procedimento

Sbattere i tuorli con lo zucchero, il sale e l’aroma scelto; montateli fino ad avere un composto soffice e spumoso. Aggiungete l’olio, il latte e mescolate. In ultimo unite la farina setacciata con il lievito aiutandovi con una spatola da pasticceria. A parte montate gli albumi e incoprorateli al composto precedentemente ottenuto. Versate in uno stampo imburrato dal diametro da 28 cm e cuocete in forno caldo a 180° per 40-45 minuti (regolatevi col vostro forno e comunque prova stecchino).

Anche se particolari, sempre di accessori moda si tratta e quindi invio la loro storia e la ricetta al contest di Barbara, food è chic in collaborazione con Zalando

About the Author,

Maria Grazia Viscito, alias Caris, 39 anni, ingegnere, di Roma, con una grande passione per il cibo e la fotografia, cucina "per legittima difesa"