Ospiti indesiderati….

Mar 2nd

Qualche tempo fa, mentre entravo alla scuola dell’infanzia per prendere La Pasionaria all’uscita, ho involontariamente ascoltato la seguente conversazione tra altre due mamme.

“Li ha presi anche il mio…non me lo dire! E domani abbiamo la festa di compleanno del cugino, piena di bimbi! Stasera la passerò male, già lo so”

“Senti, la mia li ha avuti la scorsa settimana, ci abbiamo messo un po’ ma poi sono andati via. Tu vai di shampoo e non dire nulla. I cartelli di avviso sono qui, che ne sanno? E poi non succede niente se fai lo sh..”

A quel punto una ha fatto cenno all’altra che c’ero io e che dovevano interrompere il discorso. Non è che mi sia preoccupata. Fatti loro. Nulla di quel discorso mi aveva granchè interessato. Male, molto male (col senno di poi).

SI dà il caso che la settimana successiva abbia invece prestato molta attenzione al ricordo di quelle frasi, e anche alla sensazione di nascondere chissà che cosa che quelle due mamme spandevano nell’aria.

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La Passionaria li ha presi. Loro, i pidocchi. So che dovrei nascondere questa cosa come se fosse un’onta ma, tanto per rassicurare sulle condizioni igieniche di casa mia, sono lieta di poter affermare che, dopo una dura lotta, gli sgraditi ospiti se ne sono andati.

Il fatto è che lei continuava a grattarsi la testa. All’inizio non ci ho fatto caso perché, soffrendo di dermatite da piccola, ha sempre avuto la pelle sensibile..ma ad un certo punto la cosa era inequivocabile e le lendini sui suoi capelli pure. Onestamente, non gliene faccio certo una colpa: capita che i piccoli e fastidiosissimi essere abbiano l’abitudine di saltare da una testa all’altra. E la scuola non c’entra nulla, se non come grossa concentrazione di testoline disponibili. Leggevo sul bugiardino del medicinale che “l’aumentare della temperatura e l’intensa vita sociale favorisce il problema”. Praticamente si possono prendere ovunque. Non è che sia una consolazione: e che cavolo, non potevamo far parte della percentuale che NON li prende? Dovevamo per forza collaborare in senso positivo alle statistiche?

Comunque, dopo il primo sconcerto (ovvero una serie di rimbrotti contro l’infame destino, che per decenza non scrivo), siamo partiti con l’operazione “ sfrattiamo-i-pidocchi-dalla- nostra-casa”. Cosa non banale, perché La Pasionaria ha i capelli lunghi e leggermente boccolosi…e ho scoperto che godono di una grande considerazione nel mercato immobiliare di lendini & co. Comunque, fatto il primo shampoo, per par condicio l’ho fatto anche ad Albertino ( e pure a me, così..per precauzione!!!). Ovviamente per  lei non è bastato. Abbiamo rifatto lo shampoo, abbiamo cambiato prodotto, usato schiume e messa la piccolina con la testa in avanti sul lavandino a scolare quelle gocce di prodotto, sempre avendo la spada di Damocle scritta sul bugiardino “evitare il contatto con gli occhi” (pare facile, dovendo fare lo shampoo ad una con l’argento vivo addosso).

La battaglia è stata dura ma alla fine abbiamo vinto la guerra (facendo opportuni scongiuri).

Il problema però è che lei non ne gioisce! L’altro giorno aveva una faccetta triste e le ho chiesto cosa avesse.

“Mamma, ma se ne sono andati?” Mi ha detto, indicandomi la testa.

“Certo!”

“ E non torneranno più?”

“spero proprio di no. Ma perché me lo chiedi?”

Ha fatto un lungo sospiro e poi ha sentenziato “mi mancano. Ogni tanto mi gratto per ricordo”

Non volevo infliggere un duro colpo alla sua sensibilità, ma che continuasse a grattarsi, col rischio di farsi male, in nome della loro splendida amicizia, era inaccettabile.

“non devi farlo, puoi farti male. Erano animaletti piccoli che potevano crearti molti problemi”

Mi ha risposto solo con un broncio ancor più allungato e una faccia afflitta. Fosse solo per le urla fatte per il fastidio di tenersi lo shampoo o la spuma 10 minuti, avrebbe dovuto saltare di felicità!

“mamma, posso prendere la scatoletta dello shampoo?”

“a che ti serve?”

“niente, così”

Infondo già le avevo dato una brutta notizia, dicendole che non avrebbe rivisto più i suoi adorati pidocchi… la scatoletta poteva tenerla ancora un po’.

E così se ne è andata in camera con la scatoletta stretta al petto. 10 minuti dopo, passando dalla porta della loro camera, la scena era la seguente: Albertino seduto con le gambe incrociate e la testa chinata in avanti, La Pasionaria che gli massaggiava la testa facendo “shhhhhhh” con la bocca e dicendo “Signora, le sto facendo lo shampoo contro i pidocchi come mi ha chiesto…adesso se lo deve tenere per 10 minuti, shhhhhh, no, non si muova, altrimenti i nostri piccoli amici scapperanno, shhhh” e ogni tanto faceva finta di prendere dal prodotto dalla scatoletta.

E’ così che una bambina di 4 anni e mezza ha effettuato quello che gli psicologici chiamano “l’elaborazione del lutto “ (non credo che abbiano mai specificato che il lutto fosse quello per i pidocchi ma  qui tutto può accadere).

La vita va avanti, mentre guardo il Gatto (fulgido esempio di Norvegese delle Foreste, a pelo lunghissimo) e mi chiedo se “front line” sia sufficiente a renderlo immune dai “nostri piccoli amici”,  in fervida attesa del periodo delle Processionarie, prossime ad arrivare.

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Ricetta: quella di oggi segue i due filoni paralleli degli animali e dei miei pargoletti.

Vi spiego. Volevo fare dei panini per loro: perché me li chiedono sempre, perché (fortunatamente) amano il pane quanto me e perché ogni tanto è lecito stufarsi delle merendine. Passeggiando on line avevo visto questi..ma di usare colorante verde per fare tartarughe di pane..no, proprio non mi andava. Mi andava tantissimo invece di provare il dutch bread, per l’aspetto croccante. Un pane così fa croc solo che lo guardi. Un pane chiamato tiger bread in Olanda e Dutch bread negli USA ma che ha preso via via molti nomi di animali, dovuti all’aspetto della crosta. Poi il fatto che la crosta venga paragonata al mantello di animali vari, tutto sommato mi faceva rimanere in tema con l’argomento trattato nelle ultime due settimane. Dutch bread quindi..ma con dosi rivisitate perché quello che ho trovato in rete aveva delle inquietanti quantità di lievito di birra secco (dalle 2 alle 3 bustine in un impasto variabile fra i 500 e i 600 g di farina!!!).

La cosa buffa è che mi è passato per la mente di chiedere ad Albertino a quale animale assomigliasse la crosta di quel panino: insomma, una tartaruga, una giraffa o un leone potevano andar bene. E invece ..ho chiesto all’appassionato di documentari sugli animali sbagliato…

“ sì, un tartaruga..forse,  ma insomma…no, un leopardo poco perché ha le macchie più a rosa, il giaguaro delle foreste ed il leopardo delle nevi non corrispondono…mamma è una guerra trovare le macchie giuste..vuoi che pensi a qualche animale del mondo marino???”

Per carità..non conoscevo la maggior parte degli animali citati…la simil tartaruga andava benissimo!

Ed ecco, appunto il dutch bread, detto familiarmente turtle bread! Ottimi per feste, riunioni familiari, per chi ama il croc della crosta…e dentro sono morbidissimi!

Dutch bread

Dutch bread

Ingredienti

    Per i panini
  • 3,5 g di lievito secco (mezza bustina di mastro fornaio della pane angeli è quello che ho usato)
  • 60 ml di acqua calda (sui 40° C)
  • 240 ml di latte caldo (sui 40° C)
  • 30 g di zucchero
  • 30 ml di olio evo delicato
  • 10 g di sale
  • 460 g di farina 00
  • Per il topping
  • 3,5 g di lievito secco (il rimanente della bustina usata prima)
  • 240 ml di acqua calda
  • 30 g di zucchero
  • 30 ml di olio evo leggero (o di olio di riso)
  • 5 g di sale
  • 240 g di farina di riso

Procedimento

  1. Premessa: l’impasto, in assenza di planetaria, può essere condotto a mano.
  2. Nella ciotola della planetaria mescolare l’acqua calda, il latte caldo, il lievito e lo zucchero. Lasciar riposare per 5 minuti (passati i quali dovreste trovare tante bolle formate nel mix).
  3. Aggiungere l’olio a filo, unire 200 g di farina e cominciare a mescolare con il gancio a foglia. Aggiungere il sale e la restante farina. Fate incordare (si incorderà molto facilmente). Una volta formata la maglia glutinica, cambiate e mettete il gancio. Fate fare qualche giro, per ordinare il glutine e poi spegnete la planetaria, portando via l’impasto dal gancio facendolo scivolare lungo la curva, senza spezzare l’impasto fatto.Dare all’impasto la forma di una palla (io ho accennato uno stretch and folding , davvero fatto solo due volte e pirlato l’impasto velocemente ad ottenere una bella palla) e metterlo a riposare in una ciotola leggermente unta di olio.
  4. Lasciarlo raddoppiare ( con la temperatura di casa ci ha messo un paio di ore).
  5. Rovesciare l’impasto su una spianatoia leggermente infarinata e dividerlo in parti da 60 g l’una.
  6. Per la formatura seguireil video (ci sono due diversi tipi di formatura..è utile saperli!) video
  7. Far lievitare per 40-45 minuti.
  8. Per il topping, in una ciotola mescolare l’acqua calda, lo zucchero e il lievito. Aspettare 5 minuti e unire l’olio, la farina e il sale. Mescolare bene (se necessario aggiungere un cucchiaio di acqua…deve avere la consistenza di una pastella densa).
  9. Far riposare mentre i panini lievitano.
  10. Versare un cucchiaio abbondante di pastella su ogni panino.
  11. La ricetta originale dice di cuocere i panini a 200° C per 25-30 minuti. Sul mio forno non va bene perché si bruciano troppo…quindi ho dovuto abbassare la temperatura e allungare i tempi di cottura (ma regolatevi sempre sul vostro forno..dovrete fare delle prove). Ah, ho messo una pentolina piena di acqua sul fondo i primi 7-8 minuti per creare un po’ di vapore..poi l’ho tolta).
http://www.cookingplanner.it/2013/03/02/dutch-bread/

About the Author,

Maria Grazia Viscito, alias Caris, 39 anni, ingegnere, di Roma, con una grande passione per il cibo e la fotografia, cucina "per legittima difesa"