Per chi suona la lussazione

Ott 17th

“Ciao, come va?”

“ Senti, devo lussare un’anca”

“Che cosa??”

“ Devo lussare un’anca”

“ Ma stai scherzando? Che dici?”

“ Di un pollo. Devo lussare un’anca di un pollo. Ho bisogno del tuo aiuto”.

“Tu non stai bene. Sul serio. Io non ci posso credere che mi chieda una cosa così. Ti ricordo che sono un ortopedico”.

“Appunto, ho bisogno del tuo sostegno. Tu sai cosa ho passato”.

“va be, non ti mando a quel paese per decenza. Vado a lavorare”.

A essere proprio precisi, mia sorella, l’ortopedico, a quel paese mi ci ha mandato eccome, ma il mio subconscio rifiuta qualsiasi cosa che offenda il mio stato in quella situazione incresciosa.

Capiamoci: la Patty questo mese ha proposto, come sfida dell’MTC n. 51, il pollo disossato e farcito. Dice, la Patty, che da questo momento cresceranno i peli sul petto al nostro blog e che basta con ninnoli e leziosità. Ha tutta la mia approvazione, che di cose leziose è pieno il mondo del web. E fosse solo per l’uso del coltello, trinciapolli, costole e tagli vari, non avrei fatto una piega ma quando ho letto le sue spiegazioni, ad un certo punto mi è preso un colpo:  “Prendete il vostro busto di pollo eviscerato, pulito e fiammato per eliminare eventuali residui di piume. Rinfreschiamo subito un po’ di anatomia andando a lussare entrambe le cosce. Con il busto del pollo dritto di fronte a voi, dovrete infilare il pollice della mano sinistra (se non siete mancini) nella cavità intestinale fino a toccare l’articolazione dell’anca. Con l’altra mano tirate indietro la coscia rompendo l’articolazione. Il femore deve uscire dalla cavità dell’anca. Fate la stessa cosa con l’altra coscia. “ Dovevo lussare un’anca e la cosa mi ha fatto ingoiare lacrime amare da subito. Senza andare a scomodare Frued e Jung, vi dico subito che a cinque anni, mentre dormivo, mi si è lussata l’anca. Non chiedetemi come, ma è successo. La cosa drammatica è che io ricordo perfettamente il momento, il croc, il dolore, le lacrime e i giorni successivi passati a non muoversi. Fu terribile. E ora dovevo infliggere, e volontariamente, questo dolore a qualcun’altro. Si va bene, il pollo era senza vita: e allora? Io pensavo solo a quel movimento spiegato con così tanta naturale  indifferenza dalla Patty.

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Mia sorella è arrivata. Io stavo davanti alla spianatoia dove avevo lasciato il pollo. Lo guardavo.

“Faccio io?” mi ha chiesto lei, con aria fra il disgusto e la pena.

“non posso accettare. Devo farlo io” “guarda che è un attimo: un movimento ed esce dall’articolazione”.

Ed era, ovviamente, proprio la cosa da non dirmi.

“laudato sii, mi Signore, per sorella madre terra ..”

“ma che dici? Il Cantico delle Creature???”

“”.. e per tutte le sue creature..”

“Io me ne vado”

“Fa male, capisci? Male”.

“A quale limite deve giungere la mia pazienza?” Ormai era spazientita, lei, e arrivata ad un punto morto, io.

Gaurdavo il pollo; metto la mano sinistra più o meno come Patty, uso la destra e Croc.

Ho deglutito..

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Ma a quel punto il più era fatto, o almeno lo pensavo.  Mi sono messa di buona lena, con la pena nel cuore di aver lussato un anca, e i peli sul petto che spingevano per venire fuori. Ho continuato. Ho tolto le costole, la casa toricica, le ali (con difficoltà). Le cosce…ed una costola! E come mai? A quel punto le costole, secondo le indicazioni di Patty, avrebbero dovuto essere tutte via. Pazienza, devo averne dimenticato qualcuna, ho pensato.

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Passo all’altra coscia, sto per terminare, ed ecco un’altra costola. Ma quante costole aveva, il mio pollo, rispetto a quelle di Patty? Evidentemente la maledizione dell’anca lussata faceva spuntare costole ovunque.

Ma ormai era fatta. Ho tolto tre volte le costole, ho terminato il cantico delle Creature, ed eccolo lì, il mio pollo, un po’ martoriato ma disossato.

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Tralascio lo sguardo pieno di rimprovero che il polletto mi lanciava da lì e passiamo al ripieno. Tutta suggestione ottolenghiana, in questo pollo ripieno. Ho preso una ricetta di sue polpette e adatta qui per il pollo ripieno: agnello, mele, mille spezie e melassa di melograno. E’ vero, con Ottolenghi bisogna avere tante spezie a disposizione, ma il bello è che una volta acquistate, le avrete sempre a disposizione per le sue ricette, che valgono veramente la pena.

Mi era piaciuto molto, all’epoca e mi ero sempre detta che, questo impasto, sarebbe stato un ottimo ripieno per qualcosa. Non avrei mai immaginato che quel qualcosa sarebbe stato un pollo da me lussato, ma tant’è.

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Come contorno un purè di patate dolci, con qualche chicco di melagrana e burro salato e come gravy, una salsa ottenuta con melassa di melagrana, brodo e sugo di cottura del pollo.

Per il purè di patate dolci, come per tutte le cose americane, ho chiesto alla mia amica Rossana e lei mi ha consigliato di non bollirle, ma di cuocerle in forno, ottenere il purè con un goccio di panna e condirlo con un pezzetto di burro salato. Praticamente una droga.

Pollo ripieno con agnello, mele, e melassa di melagrana

Pollo ripieno con agnello, mele, e melassa di melagrana

Ingredienti

    Un pollo disossato (per l'esecuzione, rimando al post di Patty)
    Per il ripieno
  • 400 g di carne trita di agnello
  • 1 spicchio d’aglio schiacciato
  • 1 peperoncino rosso tagliuzzato
  • 20 g di coriandolo sminuzzato (io ho usato prezzemolo)
  • 50 g di pangrattato
  • 1 cucchiaino di pimento
  • 2 cucchiaini di zenzero grattugiato
  • 1 cipolle medie sbucciata e tagliata sottile
  • 1 uovo di media grandezza
  • 1 piccola mela annurca
  • 3 cucchiai di olio d’oliva extra vergine
  • 1/2 cucchiaino di cardamomo
  • 2 cucchiai di melassa di melagrana
  • sale q.b.
  • Per il puré di patate dolci
  • 1 kg di patate dolci
  • una confezione da 200 g di panna fresca (da usare a seconda della consistenza voluta)
  • sale e pepe q.b.
  • Per il gravy
  • Una cipolla media
  • due mestoli di brodo vegetale
  • due cucchiai di melassa di melograno
  • un cucchiaio di amido di mais

Procedimento

  1. Disossare il pollo secondo le indicazioni della Patty.
  2. Preparare il ripieno: mettete in una ciotola l’agnello insieme a aglio, peperoncino, coriandolo, pangrattato, pimento, metà dello zenzero e della cipolla, uovo, tre quarti di cucchiaino di sale, un pochino di pepe.
  3. Tagliate la mela in piccoli quadrati e aggiungeteli al ripieno, insieme alla melassa e al prezzemolo.
  4. mescolate bene.
  5. Riempite il pollo con il ripieno ed effettuate la cucitura.
  6. Incrociate le cosce del pollo e serratele con un pezzo di spago.
  7. In una teglia antiaderente, versate l'olio evo e poggiate il pollo ripieno. Cospargete il pollo con del burro morbido, coprite con della carta argentata e mettete in forno per circa un'ora e venti minuti. girandolo un paio di volte. Dovesse essere necessario, bagnatelo con mezzo mestolo di brodo vegetale.
  8. Per il purè di patate dolci, cuocete le patate dolci in forno caldo per circa 30-40 minuti. ELiminate la buccia e schiacciatelo con uno schiaccia patate. Mette la purea in un pentolino, aggiungete poca panna fresca e cuocete per pochi minuti (regolate la quantità di panna fino ad avere la consistenza desiderata). Regolate di sale e pepe.
  9. Per il gravy, mettete un po' di liquido di cottura in un pentolino antiaderente (eventualmente aggiungete qualche d'olio) e rosolate lentamente la cipolla tagliata sottile. Aggiungete la melassa di melagrana e il brodo. Passate bene con il minipiemer e aggiungete l'amido.
  10. Fate restringere fino ad ottenere una salsa abbastanza morbida.
  11. Per servire, affettate il pollo e poggiatelo nel piatto, nappatelo con un paio di cucchiai di salsa, mettete delle chenelle di purè, con sopra un pezzetto di burro salato e qualche chicco di melagrana (a piacere).
http://www.cookingplanner.it/2015/10/17/per-chi-suona-la-lussazione/

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About the Author,

Maria Grazia Viscito, alias Caris, 39 anni, ingegnere, di Roma, con una grande passione per il cibo e la fotografia, cucina "per legittima difesa"