Star Wars: il ritorno dello Jedi..e una torta al limone

Feb 15th

Prima o poi succede: arriva il momento in cui guardi tuo figlio affrontare una prova più grossa di lui, magari dolorosa o rischiosa e tu sei lì, impotente e non puoi far nulla. Vorresti proteggerlo ma sai che certi tipi di prove si affrontano da soli e sai anche che quello è il passaggio che segna il passaggio dal mondo dai bambini al mondo adulto e dopo nulla sarà più lo stesso.

La terribile prova a cui mi riferisco è ben conosciuta da tutti i genitori di figli con età compresa fra 1 e 3 anni: l’invito alla festa di compleanno di un amichetto con relativa entrata nello spazio dei GONFIABILI. I gonfiabili stanno ai bimbi piccoli come la prova di iniziazione sta all’entrata in una setta segreta. La Pasionaria-cocò ha affrontato la sua personale iniziazione un paio di Domeniche fa.

Eravamo da sole, dato che Albertino-mimì era a casa, insieme al papà, ancora convalescente dopo una brutta influenza. Siamo arrivate alla festa e ho visto questo enorme cubo, fatto di palline, cuscini, scivoli, scale e altalene, tutto rigorosamente vietato agli adulti e quindi estremamente pericoloso. Da subito, Cocò ha mostrato un caraggio da leoni: si è seduta per terra, si è tolta le scarpe senza neanche slacciarle e si è lanciata, sorridente, all’interno del grosso cubo. Mi ha lasciata così, a guardarla attraverso una rete, senza la minima possibilità di intervento. La battaglia era appena cominciata e lei non ne era minimamente consapevole. Si dà il caso che carnevale fosse iniziato da qualche giorno, quindi all’interno del cubo si aggiravano pericolosi Ninja, Ben Ten, mostri strani la cui età variava fra i 7 e i 9 anni. Troppo. Troppo forti, troppo spavaldi e troppo felici di vendicarsi dei torti subiti gli anni precedenti. Eccola lì La Pasionaria, tuffarsi nella vasca delle palline e venire travolta da una Ballerina e da un Cow Boy. Avevo paura affogasse..ma no, lei era forte ed era venuta a galla ridendo.  Fra uno spintone e una botta, fra un urlo e una risata, quella piccolina (che mi sembrava molto più gracile del solito: era rimpicciolita?) si stava comportando egregiamente. Io, da canto mio, sfoggiavo un bel sorriso tirato e qaundo passava vicino alla mia parte di rete le chiedevo se volesse da bere (un pò come quelli che offrono l’acqua ai ciclisti durante le gare…).

Ma poi…. l’ho visto e le mie paure si sono concretizzate: è entrato nel gonfiabile uno JEDI rinnegato: 10 anni, lungo mantello e una maschera sul viso che nascondeva, lo so, lo sguardo tipico della peste bubbonica! Non ce l’ho fatta. La Pasionaria si è messa proprio ai piedi dello scivolo. Non faccio in tempo a dirle di spostarsi che lo Jedi si butta giù a piedi uniti e… buuum! Volo della pasionaria in mezzo alle palline. Lui ride, l’infingardo, lei fa il broncio, accenna a piangere ma poi no, non cede: si rialza e va all’altalena. Che orgoglio, una Giovanna d’Arco in miniatura. Ma la battaglia non è finita: Jedi è lì, che iniza a correre spargendo a terra bimbetti di 2 anni e puntando dritto alla fune accanto all’altalena.Si appende e comincia  a oscillare, colpendo Cocò ripetutamente. L’ho guardato malissimo ma lui nulla: colpiva la Pasionaria alla sua sinistra, un bimbo alla sua destra e due gemellini al centro al grido di “caricaaaaa”. Fortunatamente si era fatto tardi e ho potuto intimare alla Pasionaria di uscire da lì. L’ha fatto senza troppe storie, con dignità, chiedendomi un pezzo di pizza bianca che le ho concesso volentieri: il giusto premio per la guerra affrontata. La vita a 2 anni è dura e difficile ma, a volte, anche giusta. L’ultima immagine che ho del cubo malefico è l’entrata in scena di un Inferno (alieno di Ben Ten) alto, grosso e robusto che guardando lo Jedi ha detto :” Guarda chi c’èèèèè…mo te sistemo io!!”

Dio salvi gli alieni!

In tutto questo trambusto ho avuto modo di assaggiare alcune cose del rinfresco, che saranno anche state comprate dal miglior catering della zona ma che mi hanno lasciata molto perplessa. C’era una sedicente torta al limone che mi ha “regalato” la voglia di farmene una da sola e così ho preso al volo l’occasione per provare uan torta di Viola, in particolare la Torta di Limone alla Fugger. L’ho trovata molto buona e particolare, sicuramente diversa dalle torte al limone che ho mangiato finora. E’ equilibrato l’accostamento della pasta (senza zucchero) con quello del ripieno, dolce ma bilanciato dall’aspro del limone! Unico avvertimento: Viola non mi aveva detto di non assaggiare il ripieno prima di metterlo all’interno della torta. Beh…l’ho fatto e posso dire che dà dipendenza! Evitate, se volete far arrivare il ripieno tutto intero all’interno della torta! Riporto di seguito la sua ricetta!

RICETTA: TORTA DI LIMONE ALLA FUGGER English Version

Ingredienti

per la pasta

  • farina 00: 200 gr
  • uova: uno intero più un tuorlo
  • burro: 125 gr
  • sale: una presa abbondante

per il ripieno

  • mandorle macinate: 150 gr
  • zucchero: 125 gr
  • limoni: la buccia grattugiata di uno più il succo di due grandi

per la copertura

  • latte: 2 cucchiai
  • mandorle: 50 gr tagliate a bastoncini

Procedimento

Con la farina fare la fontana. Aggiungere l’uovo e il tuorlo al centro. Distribuire il burro freddo a pezzetti e aggiungere una presa di sale abbondante.
Lavorare gli ingredienti velocemente. Fare la palla, avvolgerla nella pellicola e metterla in frigo per 15 minuti.
Per il ripieno, mescolare le mandorle macinate con lo zucchero in una terrina, la buccia grattugiata del limone e il succo di due.
Con metà abbondante della pasta tirare una sfoglia sottile, un pò più grande di una tortiera sganciabile di circa 22 cm di diametro. Foderare la tortiera precedentemente imburrata e infarinata. Bucherellare la pasta con i rebbi di una forchetta. Versare sopra la pasta il ripieno di mandorle e limone. Stendere la pasta rimanente in un’altra sfoglia rotonda, grande come la tortiera e adagiarla sul ripieno. Ora ripiegate la pasta sottostante cercando di sigillare bene i due strati formando tutto intorno un cordoncino. Bucherellare anche questa sfoglia. Spennellare con il latte la superficie e distribuire le mandorle a bastoncini premendole un pò per farle aderire.
Cuocere la torta a 180° per circa 40 minuti. Sfornare e lasciarla raffreddare un pò . Poi toglierla dallo stampo e metterla a raffreddare su una gratella. Quando è fredda metterla su un piatto da portata e servire. Lo zucchero a velo è facoltativo (io l’ho messo).

Per la perfetta riuscita di questa torta bisogna osservare alcune regole:
1) Le mandorle per il ripieno non devono essere assolutamente ridotte in polvere ma devono rimanere una granella piccola, sennò il ripieno si compatta troppo e perde la sua morbidezza
2) Bisogna sigillare molto bene i due strati di pasta, pena la fuoriuscita del ripieno
3) Le mandorle della copertura devono essere assolutamente a bastoncini per esaltarne la croccantezza

About the Author,

Maria Grazia Viscito, alias Caris, 39 anni, ingegnere, di Roma, con una grande passione per il cibo e la fotografia, cucina "per legittima difesa"