Lo Stupidario della maturità

Lug 17th

Se c’è un blog in cui i post sono scritti e cesellati, la cui cifra stilistica è ormai cosa nota, in cui si spazia dalla ricette di cucine, alle mostre, ai libri,alla cultura tutta, quello è menù turistico (e qui è chiaro che sto puntando alla captatio benevolentiae delle autrici, mi sembra ovvio :D… il problema semmai è riuscire nell’impresa!)

Conosco le signore dell’MT tanto da poter dire quanto credano nell’istruzione, nello studio, nell’allargamento della propria prospettiva mentale ed è per questo che mi sento autorizzata a raccontar loro alcune nuove (ahimè, non buone nuove) sul background culturale dei neodiplomati di un paio di Licei Classici di quest’anno. La mia mamma è preside (tanto preside che quando i miei amici a casa, vedevano le foto mi dicevano: tua madre sembra la direttrice di un collegio …. ecco, ho detto tutto) e quest’anno è stata nominata presidente di una commissione alla maturità classica. Si sa, quando si tratta di stabilire “come vanno a scuola” gli studenti, si finisce per giungere ad una distribuzione in cui quelli molto bravi sono pochi, quelli scansafatiche sono pochi, il resto si stabilizza sul “studia abbastanza ma potrebbe fare di più”. In termini tecnici diremmo che è una distribuzione gaussiana ma possiamo sorvolare (e va beh..ogni tanto fatemi ricordare le cose fatte all’università … solo ricordare di nome s’intende!).

 

Quello che succede ad ogni benedetta maturità è che gli studenti più o meno presi dal panico (oppure proprio perché son così) finiscono per tirare fuori delle perle da incorniciare. Non hanno fatto eccezione gli studenti esaminati dalla commissione di mia mamma (studenti cui esprimo massima solidarietà … mia madre fu capace di stroncarmi la prefazione alla tesi di Ingegneria, dicendo con aria schifata “Come si vede che non scrivi più! Cos’è questa roba? Riscrivila per favore” e fu così che io sono l’unico ingegnere, credo, ad avere una prefazione di 4 pagine, con ringraziamenti e momenti di lirismo che il mio Prof ancora mi guarda basito). Mi sento quindi di condividere proprio sul post dell’MT frasi che sono certa l’Ale e la Dani apprezzeranno. Per equità , metterò anche un paio di cose tirate fuori da mie colleghe alla Mia maturità..come dire che certe cose non cambiano mai! (Nota, nelle frasi P sta per Presidente o professore, S per Studente!):

  • S: “Quando Menelao atterrò a Itaca..” (disse il coscienzioso figlio di un dipendente Alitalia)
  • S: “E’ ora di rimboccarsi le mani..” (e qui tutta la commissione ad attendere il prodigio)
  • P:”vedo che il programma riporta Lo studio approfondito della Costituzione…mi parli del primo articolo”

            S: “hummm..è quello che parla del lavoro?” (pensa se lo studio fosse stato superficiale)

  • P: ” Chi fu l’autore italiano del decadentismo che fece dell’onomatopeia e della fanciullezza la sua caratteristica?”

             S: “hummmmm”

             P: ”il Pa…”

             S: ” Il…PaSSERO?” (Sì, solitario, rispose la commissione)

  • P: “Mi parli di Hegel”

             S:” ah no, quello è difficile”

             P:”Mi parli allora di Freud”

             S: ” ah no no, non lo so”

            P: “ma è in programma!”

            S: “sì, ma non l’ho fatto io” (tanto per essere precisi..)

  • S :”le 5 giornate di Milano erano 4”……… (Maturità 1994)
  • P” Guardi che sta interpretando in modo errato”

             S: “no, qui è il Foscolo che ha scritto male” (quando si dice l’autostima, Maturità 1994)

  • P: ”mi parli della nota teoria della tettonica”

             S: ”delle zolle?”

             P: ” beh insomma, è un po’ riduttivo”

             S: ” No, è che io sono minimalista” (Maturità 1994)

  • P scrive una equazione di primo grado e dice “prego”

             S: ” e che devo fare?”

             P: ” non so, la vogliamo contemplare?”

  • S: ”si sta come d’autunno sugli alberi le rocce….” (qui, proprio è il principio fisico che sbalordisce)
  • S: ” Dante era un po’ fricchettone…” (..non ha tutti i torti…Maturità 1994)

C’è molto di cui riflettere e son sicura che la bellezza di queste perle non passerà inosservata!

A parte gli scherzi, io ricordo benissimo l’ansia da prestazione alla maturità! La notte prima degli orali, sognai D’Annunzio che mi parlava e mi rimproverava per non sapere a memoria tutte le sue opere!

Dopo l’orale ero molto felice e non mi è parso vero di festeggiare con un bel gelato! Lo mangiavo così, dentro la scuola, mentre gli alunni rimasti andavano al patibolo! Mai mi sarei immaginati che svariati anni dopo avrei passato un mese intero a cercare di inventarmi qualche gusto!

Questo gelato, nasce da un regalo: mia sorella, dall’Argentina, mi ha portato del dulce de leche talmente buono che è da svenire! E allora, se proprio devo svenire, con questo caldo è meglio farci un gelato! Per la precisione gli Alfajores de maicena gelati!!! Li dedico alla Patty che ha indovinato che gusto di gelato avrei fatto….al passo di tango!!!! La ricetta della crema alla vaniglia è presa dalla Mapi ma ho messo meno zucchero per compensare con la dolcezza della crema argentina!

gelato al dulche de leche

Prep Time: 1 hour

Cook Time: 30 minutes

Total Time: 1 hour, 30 minutes

gelato al dulche de leche

Ingredienti

  • Per il gelato
  • 300 ml latte
  • 300 g zucchero semolato
  • 250 ml panna fresca
  • 45-50 g tuorli (da 3 uova grandi)
  • 1 baccello di vaniglia
  • g 80 di dulche de letche
  • per gli alfajores
  • 100 g di zucchero
  • 130 g di burro morbido
  • 3 tuorli
  • 150 g di maizena
  • 150 g di farina 00
  • 1 cucchiaino di lievito per dolci
  • ½ cucchiaino di bicarbonato
  • 1 pizzico di sale

Procedimento

  1. Per il gelato: tagliare a metà il baccello di vaniglia e metterlo in un pentolino insieme al latte e a metà dello zucchero. Mescolare per sciogliere lo zucchero, poi mettere sul fuoco e portare fin quasi a ebollizione. Togliere la pentola dal fuoco, coprire e lasciare in infusione per almeno 15 minuti per estrarre tutto l’aroma della vaniglia.
  2. Nel frattempo montare i tuorli con il restante zucchero finché il composto “scrive”.
  3. Riportare il latte quasi a bollore e versarlo a filo sulle uova montate mescolando continuamente con una frusta. Versare in un polsonetto protetto da frangifiamma e fare addensare la crema inglese fino a quando non velerà il dorso di un cucchiaio e avrà raggiunto la temperatura di 85 °C. Non superare questa temperatura o lo stadio della velatura del cucchiaio, altrimenti la crema si coagula e impazzisce. Toglierla immediatamente dal fuoco e immergere la base della pentola in una ciotola contenente acqua e ghiaccio mescolando continuamente, altrimenti si raffredda solo quella a contatto coi bordi del recipiente, mentre il resto rimane caldo. Se l’acqua si intiepidisce sostituirla con altra acqua fredda e ghiaccio per abbatterne rapidamente la temperatura. Quando la crema sarà fredda trasferirla in un barattolo a chiusura ermetica (lasciandoci ancora dentro il baccello di vaniglia) e far riposare in frigo almeno un’ora, anche tutta la notte: il composto deve essere freddo di frigorifero prima di passare alle fasi successive della lavorazione.
  4. Mettere la panna in un pentolino e versarvi il dulche de leche, mettere sul fuoco e portare quasi a ebollizione. Spegnere la fiamma e lasciar raffreddare
  5. Una volta freddi, mischiarli e versare nella gelatiera. Seguire le istruzioni.
  6. Per gli alfajores: Lavorare il burro a crema con lo zucchero e il sale, aggiungere i tuorli e mescolare bene fino ad ottenere un composto omogeneo, unire la farina setacciata con la maizena e i lieviti ed amalgamare il più velocemente possibile; coprite l’impasto con la pellicola e lasciare in frigo per almeno 2 o 3 ore. Stendere l’impasto ad uno spessore di circa 5 mm e, con l’aiuto di uno stampino di 4-5 cm di diametro, ricavare i biscotti e disporli su una teglia rivestita di carta forno e rimettere in frigo per almeno 30 minuti (è importante!). Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per circa 10 minuti, sfornare al primo accenno di doratura e lasciar raffreddare completamente su una griglia

Notes

al tempo totale va aggiunto il tempo di riposo delle varie parti

http://www.cookingplanner.it/2012/07/17/lo-stupidario-della-maturita/

About the Author,

Maria Grazia Viscito, alias Caris, 39 anni, ingegnere, di Roma, con una grande passione per il cibo e la fotografia, cucina "per legittima difesa"