Bar liberty e una torta sfuggita

Gen 12th

 

Nell’ultimo post vi avevo raccontato del primo giorno delle mie vacanze lampo…ora mi manca di raccontarvi la seconda parte. Dove siamo andati? Ad Ascoli Piceno, la città del travertino, delle 100 Torri, dei ponti, delle Chiese dalle pareti di pietra senza finestre… la bellezza di Piazza Del Popolo è indiscutibile. Questo cuore della città, di un travertino d’un grigio caldo, uniforme e senza intonaco è uno degli esempi più indovinati della piazza come luogo sociale, esenza delle cittadine di provincia. Quando si entra nella Piazza, si viene colpiti da un palezzetto rosa tenue, in stile neoclassico con un portico con le arcate e soffitto affrescate: la scritta sopra le arcate non lascia adito a dubbi. E’ il caffè Meletti, uno dei bar storici di Italia e vi confesso che sono arrivata alla piazza proprio con la curiosità di vedere questo edificio ritenuto da molti una delle maggiori opere dello stile Liberty italiano. Ed è vero, perchè entrando nel bar si ha la sensazione di essere trasportati nei primi del ‘900. Il caffè Meletti ha una storia legata a doppio filo a Silvio Meletti, industriale produttore dell’anisetta Meletti, ancora oggi prodotta seconda i metodi indicati dal fondatore. Meletti acquistò l’allora palazzina delle poste e la trasformò in un gioiello, ricco di riferimenti floreali, dei famosi” colpi di frusta” liberty, costruito con lo sguardo sempre rivolto alla natura e a linee morbide e ondeggianti. Credo che niente si adatti del bar Meletti alla definizione di stile Floreale.

L’anisetta Meletta è un distillato di anice verde ancora prodotto seguendo i procedimenti elaborati nel 1870 da SIlvio Meletti: ero quasi incerta nell’assaggiarla ma dopo averla sorseggiata ho capito che prima dell’anisetta non avevo mai sentito l’anice! Assaggiarla e decidere di portarmene con me una bottiglia è stato un tutt’uno: ho pensato all’aroma che avrebbe dato ai dolci ma anche al piacere di berla in purezza.E’ un distillato che scalda il palato. Mi sono messa a guardare il bar, la scalinata verso il piano superiore, i lampadari, i tavolini, la zona adibita alla vendita dei dolci…Al ritorno a casa, leggendo alcune informazioni, ho scoperto (quasi con orrore direi!) che c’erano dei dolci che non avevo neanche guardato!

Troppo presa dal bar e dall’anisetta, mi ero lasciata sfuggire la pasta Pierina (una pasta con il nome della moglie di Meletti), il cappello del prete, la torta Meletti…. Ancora mi mangio le mani! La torta Meletti poi mi ha “ispirata” parecchio solo a sentirne la descrizione: pan di spagna al caffè e anisetta, crema chantilly e panna. Non l’ho vista, non so neanche come sia..però ho provato a farla secondo le indicazione lette qua e là, senza una ricetta precisa e l’idea del gusto e dell’estetica che abbia.

Se qualche abitante di Ascoli avesse delle indicazioni o delle foto, sarei contenta se me le inviasse. Questo dolce è buono ma è semplicemente la mia versione  e nulla più. E’ solo che mi andava di cucinare un piccolo omaggio ad Ascoli. Probabilmente nei prossimi giorni mi dedicherò alla preparazione olive ascolane, quelle sì mangiate in abbondanza, all’uscita dal bar (e dopo un ricco aperitivo..sì lo so che è una vergogna!). Ho pranzato con una quindicina di olive ma ditemi voi se è possibile dire di no all’oliva dolce ascolana, riempita con un mix di carne di maile, di vitello e  di parmigiano, impanate e fritte…dovevo pur consolarmi mentre lasciavo Ascoli e finivo la breve vacanza! In ogni caso….Ascoli è una cittadina da vedere e da gustare…ve lo posso garantire!

RICETTA: TORTA MELETTI SFUGGITA (my version)

Ingredienti

Per il Pan di spagna (ho usato 3 uova e poi ho ricavato dei dischetti per farne delle monoporzioni, quindi regolatevi)

  • 3 uova
  • 90 gr di zucchero
  • 90 gr di farina
  • 1 cucchiaio di caffè istantaneo sciolto in un bicchierino di anisetta

Per la crema e la decorazione

  • 4 tuorli (uova medie)
  • 250 gr di zucchero
  • 45 gr di farina 00
  • mezzo litro di latte
  • 250 gr panna da montare
  • un foglio di gelatina (2 gr)

Procedimento

Per il pan di spagna, al solito montare le uova intere con lo zucchero fino a d avere un composto chiaro e spumoso che scriva (senza planetria almeno 15 minuti…un po’ meno col kenwood :) ). Aggiungere l’anisetta con il caffè diluito e girare bene. Aggiungere la farina setacciata senza far smontare il tutto. Cuocere a 170° – 180 ° per 25-30 minuti (dipende molto dal forno). Nel frattempo preparare la crema pasticcera: mescolare bene i tuorli con lo zucchero fino ad avere un composto spumoso, aggiungere la farina setacciata e il latte caldo a filo. Cuocere su fiamma bassa, mescolando spesso fino a cottura. Prima di assemblare il dolce, mettere a in acqua fredda la gelatina e montare la panna. Una volta idratata, sciogliere la gelatina in un paio di cucchiai di crema ben caldi (io uso il microonde ;) ) e poi unire alla crema restante. Aggiungere la panna montata tenendo qualche cucchiaio da parte per la decorazione. Per montare il dolce, ho coppato dei dischetti di pan di spagna, l’ho bagnati leggermente con un po’ di anisetta allungata con un paio di cucchiai di acqua e ho poggiatpo i dischetti sul fondo del coppapasta, ho messo sopra uno strato di crema chantilly e poi li ho lasciati in freezer (se non volete servirli subito, li lasciate in freezer e li tirate fuori un’oretta prima di servirli). Ho decorato con ciuffetti di panna e chicchi di caffè.

About the Author,

Maria Grazia Viscito, alias Caris, 39 anni, ingegnere, di Roma, con una grande passione per il cibo e la fotografia, cucina "per legittima difesa"