Come dicevo nello scorso post, ho preso a fare una certa quantità di crepe: dopo quelle con la farina di fave, sono passata a quelle con la farina di castagne e ho terminato, oggi, con quelle con la farina “normale”! Ho fatto il percorso inverso ma alla fine ci sono arrivata! Volevate che, dopo una preparazione salata, non facessi un dolce?? Impossibile, è più forte di me! E una serie di fattori mi hanno costretto: non volevo ma non ho potuto fare altrimenti.
Questo mese l’MT challenge ci ha messo di fronte a uno dei piatti cult della cucina francese: le crepe. E’ vero, si fanno anche in Italia e si chiamano crespelle … e anzi, storicamente sono i francesi che le hanno prese dall’Italia ma vi confesso che la parte più profonda di me pensa che come le fanno i francesi , nessuno mai!
Mia sorella, ovvero la Zia d’America, quella che era andata a studiare ortopedia per un anno in Iowa, è tornata e quindi può di nuovo essere definita, a buon diritto, la zia d’Italia, anzi di più la zia di Roma. A dire il vero, è tornata a Dicembre. Ma evidentemente ha deciso che in ospedale deve recuperare il tempo perduto, dato che la vedevo e la sentivo più prima con Skype che ora.
Il momento è arrivato, inaspettato, un po’ crudele, definitivo. In passato ci avevo anche pensato ma lo svolgersi dell’azione è stato..dirompente, oserei dire, e anche con un finale spiazzante. Parlo dell’innamoramento e relativo fidanzamento. Non di uno solo ma di entrambi i miei figli.
Cosa si fa la prima Domenica del mese? Si sta a casa a curare i figli col raffreddore (come successo nelle ultime 5 domeniche)? Si stira la pila interminabile di panni? Si decide se prendere l’aspirapolvere in mano subito o aspettare una mezz’oretta, giusto il tempo di fare “ohmmmmmmmm” per caricarsi bene? NO, tutto questo si fa le restanti domeniche, non la prima….perchè chi abita nei pressi di Frascati, gioioso paesino dei Castelli romani, la prima domenica del mese se ne va un paio di ore al Mercatino, quello con la M maiuscola!
Anni fa mi capitò di mangiare per la prima volta la creme brulée (o meglio, quella che io pensavo essere una creme brulée) e alla domanda “cos’è e come la fate” l’incauto cameriere rispose: “ Signorina..e come vuole che si faccia? Prende un po’ di crema pasticcera, ci mette lo zucchero e fa il caramello”. Non metto in dubbio che avessero fatto proprio così, considerando che mi sono mangiata una mappazza di crema pasticcera tanto soda che il cucchiaino stava in piedi comodamente senza appoggio e che, in pratica, per mandare giù il boccone di crema dovevo masticarlo…fatto sta che quella non era affatto una creme brulée (come poi ho scoperto negli anni avvenire).
Anni fa , non ricordo dove fossi, vidi la copertina di un libro che mi colpì profondamente: fondo nero e, su un’alzatina trasparente, delle splendide pesche di prato. La scena era tutta per loro: erano semplicemente perfette. In molte pasticcerie si trovavano (e si trovano) le pesche (la denominazione “di Prato” non viene quasi mai aggiunta qui a Roma)…ma si vedeva lontano un miglio quanto quelle della copertina fossero diverse. Ho sfogliato quel libro velocemente, ricordo che avevo pochissimo tempo. Poi all’epoca non avevo ancora la passione per tutti i libri di cucina..quindi lasciai il libro. Me ne sono pentita quasi subito, anche perché non l’ho più ritrovato. Potete quindi immaginare cosa ho provato quando me lo sono ritrovata fra le mani, complice la partecipazione al contest di Simona, cib’arte.
Quello che si dice il punto del non ritorno! E pensare che la colpa è tutta sua..o meglio colpa che di una cosa che trovai scritta in questo post, nella lista degli ingredienti: “Zucca mantovana (esigete quella, altrimenti lasciate perdere)”. La cosa che è pensato è stata:”e pare facile! Ora non mi faccio i tortelli di zucca se non trovo la zucca mantovana??? E che sarà mai?? Poi si da’ il caso che io la zucca mantovana non l’abbia mai mangiata! Però di cose con la zucca potrei camparci..sai che faccio??? ora chiedo a lei!”
La casa editrice con cui collaboro, La Malvarosa Edizioni, insieme alla casa Vinicola TerredaVino presenterà, durante l’evento il Galà delle Stelle 2012, il libro “Fornelli in rete” di Francesca Martinengo e, per “festeggiare” l’uscita del libro, ha deciso di legare ad essa un contest, che ha per protagonista uno dei vini moscati di Terredavino, La Bella Estate (molti dei vini di questa casa vinicola, hanno il nome di una delle opere di Cesare Pavese, come omaggio al grande scrittore, originario di quelle terre). In questa occasione ci hanno quindi proposto una piccola sfida, ovvero quello di abbinare un piatto salato ad un vino moscato passito.
Questa è stata una settimana cruciale e giornali, televisioni e radio hanno dato grande spazio alle due domande che hanno attanagliato i pensieri della maggioranza degli italiani, la seconda delle quali continua a non avere risposta certa: chi è meglio, la Canalis o Belen? Fortunatamente, alla prima abbiamo avuto invece una risposta più che esaustiva, che non lascia adito a dubbi. Ora sappiamo se Belen porti o meno la biancheria intima e, accertata la verità, siamo tutti più tranquilli, a maggior ragione che a fornirci la risposta è stata la protagonista stessa, che ha ritenuto opportuno darci spiegazioni con dovizia di particolari.