Questa pasta o la si ama o la si odia. Non ci sono vie di mezzo. Come per tutte le paste con la frutta (vedi quelle con i fichi, etc etc) il gusto a metà fra il dolce e il salato deve piacere! Detto ciò, questo condimento non me lo sono inventato io! E per di più non era neanche messo su piatto di pasta ma su della pizza fritta. Fatto sta che me ne sono innamorata, e in attesa di una buona ricetta per la pizza fritta (sono fiduciosa!) ho pensato di rifarlo per condirci degli spaghetti.
Vi prometto che prima o poi smetterò di citare le cose buone che ho assaggiato qui…ma non posso trattenermi dal citare questo dolce. Ne ho mangiato più e più volte, andando a svaligiare loro (messaggio in codice: chiunque passi da Pietro Macellaro non può non fare una piacevole sosta!!!). Sto parlando delle monoporzioni di Torta Malaga.
Scena numero uno: prima mattina
“Mamma, io ero nella tua pancia vero?”
“Sì certo” ho risposto di botto alla domanda fatta da La Pasionaria qualche giorno fa, pensando con tenerezza a lei che faceva il cavallino dentro la mia pancia 8avrei dovuto immaginarlo fin da allora che non poteva nascere che un peperino)
“ma allora lui era nella pancia di papà?” chiede questo indicando il fratello.
“No” rispondo sorridendo a questa ingenuità, “anche lui era nella mia pancia”
“ah” risponde lei mettendo automaticamente la manina sulla mia pancia “humm…grande eh?”
Lo posso dire ad alta voce? Sì, è arrivata la primavera e sì, comincia a far caldo! Quindi esplosione di colori, fiori, frutta e verdura meravigliosa! Poi c’è anche l’esplosione delle graminacee che mi provoca da sempre un’allergia che 7 anni di vaccino non hanno mitigato, ma questo è secondario. Volete mettere andare in giro con gli occhi rossi e gonfi, che sembra sempre che mi sia pianta tutte le mie lacrime, mentre fuori c’è un tripudio primaverile? Sono soddisfazioni. Poi sono anche allergica agli acari e all’olivo. Perché io valgo.
Heinz Beck che parla, sorridente e generoso, della sua passione, del suo mondo e della sua cucina, mentre dei bambini in lontananza e alle sue spalle giocavano a rincorrersi su di una collinetta verde e guardavano estasiati una piccola cascata formata dal fiume Le Trabe. Una delle più belle immagini che mi resterà impressa della manifestazione “le strade della mozzarella”.
Ho proprio voglia di fare un dolce complesso: mousse, biscuit, pralinati, croccanti, ganache..chi più ne ha più ne metta. Mettermi in cucina con sacrosanta pazienza e fare un dolce che abbia minimo 5 strati. Peccato che una cosa così richieda almeno una giornata di lavoro, se non di più..e avere in questo periodo tutto questo tempo libero è fuori discussione. Capita a tutti di non averne..figuriamoci quindi il progetto di dedicarsi ad un dolce. Però succede che una cara amica ti venga a trovare! E allora, che fare? Mi serviva una torta facile, veloce e con un buon sapore!!!Una torta da accompagnare ad un buon tè. E allora non potevo non consultare un libro il cui titolo è Tea with Bea (recipes from Bea’s of Bloomsbury). Ho già provato una ricetta e con molta soddisfazione, quindi ho deciso di continuare la sperimentazione!
A volte mi capita ardentemente di desiderare, dopo cena o in sostituzione di essa, la mela cotta. Avete presente di inverno, quando fa freddo e l’unico desiderio è mandar giù qualcosa di dolce e caldo, che ci faccia riscaldare all’istante? Non c’è altro che una bella tisana..oppure la mela cotta. Non siamo più in inverno, direte voi..ma il fascino della mela cotta resta sempre (almeno per me)! Il problema è che sa sempre un po’ di ospedale. Questa povera mela, un po’ sgonfia, ammosciata, con quel colore che ha perso brillantezza, con quell’aria desolata che sembra dire “letto 3, stanza 106, reparto ortopedia” fa un pochino tristezza. Praticamente a casa eravamo rimaste solo io e mia nonna (nota frequentatrice di ospedali, ahimè) a mangiare con piacere una mela cotta.
Giuro che dopo queste la smetto. A me poi in genere le mandorle non fanno neanche impazzire nei dolci … le mangio ma non ci faccio follie. E invece questo mese giù a cucinare frangipane (qui e qui). Giro per i blog e trovo frangipane ovunque. Secondo me, un qualsiasi avventore della rete non vorrà più sentir nominare una frangipane per i prossimi anni. Ma ha ragione! E poi tutti a raccontare di questo fantomatico gruppo su FB in cui sarebbero presenti delle pazze scatenate che istigano alla preparazione delle frangipane per l’MT challenge di questo mese. Non sarà esagerato? Inoltre, da chi sarà composto questo gruppo? Da donne che non hanno un tubo da fare tutto il santo giorno e che si intrattengono con la cucina, neanche le peggiori puntate di Desperate Housewives???
Tempo di matrimoni, comunioni e cresime … e mentre tutti si lamentano io sono quella che è sempre felice di partecipare a cerimonie varie! Mi piacciono, non ci posso far nulla! Vedo amici e amiche di vecchia data che si sposano e mi commuovo ma c’è un particolare, lo ammetto! E’ che mi diverto un mondo a partecipare, anche solo tramite racconti, all’organizzazione dell’EVENTO! E va beh..ognuno ha i suoi problemi, il mio è la sindrome della wedding planner, si sa. Una delle ultime tendenze in fatto di cerimonie, è la confettata! Ecco, questa cosa è geniale!
Ode al pane di Pablo Neruda
Del mare e della terra faremo pane,
coltiveremo a grano la terra e i pianeti,
il pane di ogni bocca,
di ogni uomo,
ogni giorno
arriverà perché andammo a seminarlo
e a produrlo non per un uomo
ma per tutti,
il pane, il pane
per tutti i popoli
e con esso ciò che ha
forma e sapore di pane
divideremo:
la terra,
la bellezza,
l’amore,
tutto questo ha sapore di pane.