Moreno Cedroni, il Maxxi e l’immortalità del cibo

Dic 16th

foto fornita dall'organizzazione

Una serata un pò diversa e molto piacevole, quella che ho trascorso al MAXXI per l’ultimo incontro di MAXXI in web, serie di interviste/serate  con 10 professionisti, elementi di spicco delle arti contemporanee e della creatività italiana a tutto campo, dall’architettura alla fotografia, dall’arte alla cucina. E il 15 Dicembre l’ospite era Moreno Cedroni, mentore del concetto dell’immortalità del cibo, ovvero della creazione di grandi ricette e della conservazione a lunga scadenza di cibi e aromi.

Le sue famose scatolette insomma! Di Moreno Cedroni ne avevo solo sentito parlare…uno dei migliori chef italiani per il pesce, poliedrico e intraprendente..che ha creato dal nulla uno dei ristoranti più acclamati. Non sapevo bene cosa aspettarmi, ero anche un po’ nervosa ma è sempre bello parlare con una persona appassionata del proprio lavoro, consapevole del cammino fatto e dei traguardi raggiunti e sempre entusiasta. Di tutte le domande che volevo fargli non me ne è venuta una…abbiamo parlato di tutt’altro.

“Ma che ti cucinano i tuoi amici quando vai da loro? mi immagino il terrore…che cucino ad uno degli chef più blasonati???”

” ma in realtà cucino io..mi fanno trovare un po’ di ingredienti e con quello c’è faccio…”

” e non oso immaginare quando vi incontrate fra colleghi…che vi mangiate quando siete insieme??”

” cose normalissime…in genere andiamo da uno di noi e mangiamo cose tranquille”

“Un ingrediente nuovo che vorresti provare?”

” In genere ne introduco due a stagione e li decido a Dicembre…l’anno scorso ho introddotto il mastice (!!), ha un profumo..ero su un’isoletta greca e c’era un banco con questa resina…quando lo cucino sembra di sentire il profumo dei pini”

E ma uno così ti spiazza! se poi ti racconta pure questo allora non puoi non esserne affascinato:

“avete presente i tappi per le orecchie degli aerei? Ecco, metteteveli e mangiate. Se il cibo che mangiate è cucinato bene..allora sentirete dei suoni bellissimi, la masticazione sarà armoniosa. Se invece l’effetto è quello del buondì….beh…” e sorride facendo il verso di una masticazione…diciamo gommosa! Io questa cosa dei tappi alle orecchie la DEVO provare..certo, poi devo anche mangiare una cosa cucinata bene secondo il SUO giudizio, che è un’altro paio di maniche ma la prova si ha da fare! Con Moreno Cedroni si è parlato dei suoi inizi, dei suoi studi, del cibo che una volta non capiva e che poi con l’eduzcazione su se stesso ha compreso, del percorso di studi che dovrbebbe fare uno chef, del suo rapporto con Ferran Adrià (e qui c’era tutta la stima e l’affetto del mondo per il suo maestro) che tanto ha influito sul suo modo di pensare la cucina.

Confesso che il crudo non mi ha mai attirata..almeno finchè non ne ho sentito parlare da una persona che lo racconta in quel modo! Se è riuscito a far venire una forta curiosità in me, vuol dire che è proprio convincente! Credo che abbiano fatto la scelta giusta, nell’invitarlo, se il loro intento era quello di esaltare la creatività che può esserci in cucina al pari delle altre arti. Dalla giornalista che lo ha intervistato è stato definito come “infrastruttura del cibo” e “hub” della gastronomia…eppure io non l’ho ritrovato affatto in questo definizioni, mi perdonerà. E’ una persona che vuole sperimentare, provare nuove cose senza mai scordare quello che di buono ha fatto in passato (infattoi nel suo menù i piatti hanno accanto l’anno in cui sono stati creati)…uno che ha cominciato come un qualunque ragazzo che vive in un posto di mare, cioè facendo il cameriere ma la cui intraprendenza ha portato ben presto a creare uno dei posti più ambiti per mangiare il pesce. Uno che è entusiasta del proprio lavoro e che è dispiaciuto quando non viene capito! Che ama spiegare un piatto, capire quale sia il modo migliore per mangiarlo e gustarlo. Un esteta del cibo insomma!

Coniugare l’arte alla cucina? Si può, senza alcun dubbio e ben vengano posti e persone che organizzano incontri di questi tipo.

About the Author,

Maria Grazia Viscito, alias Caris, 39 anni, ingegnere, di Roma, con una grande passione per il cibo e la fotografia, cucina "per legittima difesa"