Secondo contest de Le Strade della Mozzarella, stavolta sui lievitati: Bufala in fermento.
Dopo il contest sulla pasta, ecco quello che ha un tema particolare: “contaminazioni”. Difficile. Non basta fare un lievitato che abbia come ingrediente la mozzarella ma bisogna giustificare la contaminazione.
Io ho “contaminato” una brioche francese, unendola a degli ingredienti tipicamente campani: la mozzarella di bufala affumicata, i fichi del Cilento e le noci di Sorrento. La brioche l’ho sfogliata, unendo in ogni di giro d sfogliatura del parmigiano grattugiato.
Un mix di dolce e salto per questa mia brioche, che presento per il contest “bufala in fermento”.
La mozzarella di bufala affumicata permette di osare in piatti dove normalmente non la si immagina, non c’è che dire.
Ingredienti
Procedimento
Questo è periodo, chi mi segue lo sa. E’ il periodo in cui riesco a dedicarmi a uno dei pochi contest cui posso ( e voglio fortemente) partecipare: il contest de Le strade della Mozzarella.
Manifestazione che amo nel profondo, cui sono stata due volte, arrivata in finale una e vinta un’altra…e cui spero ardentemente di partecipare, perché davvero ne vale la pena. E’ lì che ho conosciuto gli chef che ora amo di più, e i pizzaioli che amo di più, oltre al fatto di fare perennemente scorta di mozzarella di bufala campana DOP ogni volta che vado, ma non divaghiamo!
Sono stata a Parigi. E sono tornata. Da Parigi si torna diversi ma questo ve lo racconto poi.
Natale sta arrivando e mi sembrava poco carino non continuare il nostro discorso sulle torte delle feste: dopo il Profiteroles e il Saint Honorè, secondo me ci stava benissimo un bel Mont blanc, dolce maestoso, intenso, ricco, che sembra quasi ispirare la stucchevolezza..e poi invece no.
Solo per due giorni, un sabato e una domenica. Ma sono due mesi che aspetto e non reggo più l’attesa. Vorrei poter dire che starò lì per molto più tempo ma per ora mi accontento. Devo farlo.
Sarà perché è passato un periodo in apnea, sarà perché al capo devi dire che c’è un problema e contemporaneamente portargli la soluzione, sarà che lui è tranquillissimo e tu non dormi per trovarla, quella soluzione. Sarà che non c’è più tempo per te, quando i tuoi figli hanno tutto il tempo per loro, ed è giusto che sia per loro. Sarà che ogni tanto si vorrebbe scoppiare senza sapere cosa ne verrà fuori. Niente, con grande probabilità.
Sarà che per caso ascolti alla radio questa canzone, e non ne capisci neanche una parola ma guardi il video e ti basta. E sarà che inizi a sentirla per un mese intero, sempre, sulla metro, per imparare quelle parole che hanno il suono che fa per te. Se incontrate una a Roma con le cuffie e che canta in francese, non abbiate dubbi, sono io.
E poi c’è il Bataclan. E i morti in Siria. Che la testa s’è fermata solo per un minuto. Ma il cuore no, quello continua per fatti suoi e allora si va, perché c’è Parigi, e il Louvre, e l’Orsay, e Proust, e Oriane Guermantes, e Albertine, e Romain Gary, e Conticini, e Michalak, e Chris Adam, e Yann Couvreur, che sembra che le nuove generazioni di pasticceri francesi li scelgano prima in base a sguardo e prestanza, poi per il grado di genialità.
C’è mia figlia che mi dice “ti prego non andare dai terroristi” e io che rispondo “ti prego, non chiedermelo”.
E allora vado, anche se per poco.
E torno, con la testa più là che qua perché non riesco neanche a spiegarlo cosa sia Parigi per me.
Poi, magari, provo a spiegarlo.
E pensando a Parigi, ecco i Kipferl di Felder (già, c’è anche lui) che fa a Natale; un po’ classici e un po’ no, con l’aggiunta di un cucchiaino di Pandan, appena arrivato da Singapore grazie ad un’amica, che vorrebbe il Pandan come il nuovo petite robe noir delle ricette di questi giorni. E l’avrà.
E i kipferl sono di una bontà inenarrabile. Fateli e passerete delle piacevoli serate ad attendere Natale.
Ingredienti
Procedimento