I dolci delle feste sembrano interessare non solo me, ma tanti di voi. E molti mi hanno chiesto: quale sarà il prossimo, dopo il profiterole?
Eccolo qui, il Saint Honoré. All’italiana e di Iginio Massari. Intendiamoci, io amo quello francese, con la pasta sfoglia, le composizioni moderne, e tutto… ma questo, da quando l’ho visto nel video di Sweety (manifestazione che ancora rimpiango), ce l’avevo sul groppone. Dovevo farlo a tutti i costi. A noi italiani piace il Saint Honoré con il pan di spagna (qui potete trovare un po’ di informazioni sul pds) ed è uno dei dolci più venduti in pasticceria.
A dire la verità, quando ho controllato la ricetta e il numero di uova, nonostante non sia certo una che fa economia sugli ingredienti, ho deglutito (giusto un po’). Ma poi ho pensato all’hashtag #fattianchetucazziaredamassari (che Santin merita l’applauso): chi sono io per farmi cazziare mentre sono a casa e non eseguo pedissequamente una ricetta del Maestro? Meglio farmi cazziare se e quando un giorno farò un corso serio con lui. Almeno lì, la soddisfazione sarà totale.
Dicevo, nell’ultimo post, che ho la ricetta di biscotti irrinunciabili. Bisogna ringraziare tutti insieme la Martha Stewart, per questi chocolate crinkle cookies: morbidi, fondenti al morso, con una bella crosticina croccante ma molto sottile, che hanno lo spiacevole effetto collaterale di farsi mangiare uno dopo l’altro. E intendo proprio uno- dopo-l’altro.
Da qualche anno c’è la grande mania, mia compresa, di fare regali di Natale che siano non solo fatti in casa ma rigorosamente di stampo cibesco. Biscotti, in particolare. Se non ci sono barattolini o sacchettini di biscotti, non li vogliamo. E, bene inteso, la prossima ricetta riguarderà proprio quelli, perché ultimamente ho fatto dei biscottini irrinunciabili ma la ribellione quest’anno è stata forte: non regalini ma più dolci delle feste per tutti.
Tre giorni alla boscolo Etoile Acdemy mi hanno insegnato tante cose, anche se in poco tempo. E allora ho provato a metterle in ordine, sia dentro di me che per iscritto. E questa è una cosa.
La seconda è che è arrivata, subito dopo, la nuova ricetta dell’mtc di questo mese, ovvero i raieu co-u tuccu di Monica e Luca del blog Fotocibiamo e pensare di fare una ricetta che tenesse conto delle indicazioni che si possono assumere in quel poco tempo, è stato un tutt’uno. Sicuramente sono indicazioni semplici, che molti già sapranno. Ma io ho pensato di condividere per dare una mano a chi, come me, è amatoriale nel senso vero del termine!
Una crostata semplice, di quelle da fare senza stare a riflettere troppo, da mangiare la domenica pomeriggio, magari una domenica di autunno, che però sembra estate, ma non importa. In autunno una fetta di crostata e una tazza di tè ci stanno sempre bene.
Mi avanzavano delle cose e mi sembrava un delitto non usarle. Così son venuti fuori due dolci, diversi, uno con carattere più moderno e uno più rustico, ma che mi son piaciuti molto entrambi. D’altronde, mi piace vincere facile, se i resti in questione sono la frolla e la riduzione di vino rosso del dolce d’autunno di Santin.
Raramente riduco le dosi indicate dai pasticceri, semplicemente perché il congelatore esiste e mi tiene lì le parti che avanzano, permettendomi di comporre un dolce con una velocità che altrimenti non sarebbe possibile. A volte mi dite: per fare quel dolce ci vogliono due o tre giorni. Assolutamente sì, a meno che non abbiate congelate le basi e allora il discorso si velocizza, o almeno si velocizza di una giornata!
E’ passato qualche giorno ma ancora ho nella testa tutte le cose che ho visto, vissuto e mangiato. Tre giorni, pieni e intensi al Camous Etoile Accademy, una di quelle scuole di cui senti sempre parlare, da subito, appena ti inizi a interessare di cucina. E se qualcuno mi avesse detto che mi avrebbero invitata a visitarla e a verificare quei corsi, non ci avrei creduto. Se avete voglia di vedere quello che ho visto e di leggere quello che posso raccontarvi, vi aspetto qui, nel blog di Luciano Pignataro (che mi ha inviata all’Etoile come sua inviata speciale! ).
Se avete voglia di mangiare quelle cose, che aspettate? Andate a frequentare uno di quei corsi (perché oltre a quelli professionali, anche quelli amatoriali sono molto belli!)