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    • L’importanza del metodo

      Mag 11th

      Da quando ho trovato la ricetta dei Naan Nokhodchi, mi sono messa a pensare al perchè risultino così sabbiosi e si sciolgano in bocca. Sì è vero, l’ingrediente ha la sua importanza (in quel caso, la farina di ceci) però secondo me è il metodo che fa la differenza ( Cartesio e il suo benedetto Metodo non mi hanno più mollata..neanche in cucina :) ). Nei Naan, il metodo era quello di chiarificare il burro e lavorarlo a lungo con gli altri ingredienti. Se è così, ho pensato, allora si possono ottenere snack di vari gusti con quella specifica consistenza (o magari simile..). Ho voluto provare a rifarne una versione dolce e una salata: quella dolce è con la farina di castagne e il cacao amaro, quella salata è con farina di riso e basilico.

      Ovviamente ho cercato di utilizzare farine particolarmente sottili, che si avvicinassero a quella di ceci e nel caso dello snack salato, ho sostituito lo zucchero a velo con del parmigiano. La lunga lavorazione poi, è rimasta inalterata! Beh…ha funzionato! Sono venuti fuori degli snack scioglievoli sia dolci che salati! Ottimi per un aperitivo, direi, soprattutto quelli al basilico.

      E infatti invio questi ultimi alla mia cara Mamma in pentola per il suo contest sul basilico (categoria antipasti)!

      RICETTA: BISCOTTI FONDENTI ALLE CASTAGNE E AL BASILICO

      Ingredienti (per gli snack alle castagne)

      • 225 gr di burro
      • 150 gr di zucchero a velo
      • 270 gr di farina di castagne
      • 30 gr di cacao amaro

      Ingredienti (per gli snack al basilico)

      • 225 gr di burro
      • 130 gr parmigiano
      • 270 gr di farina di riso
      • un bel mazzo di basilico
      • olio evo (per frullarlo bene)

      Procedimento

      Per chiarificare il burro

      Porre il burro in una casseruola, sciogliere a fuoco medio e portare ad ebollizione.Rimuovere la schiuma che si sara’ formata in superfice e lasciar sobbollire per una decina di minuti. Il burro sara’ pronto quando i solidi del latte depositati sul fondo della casseruola, comincieranno ad imbrunirsi.Togliere dal fuoco, e lasciar raffreddare. Decantare e filtrare il liquido cosi’ ottenuto.

      Impasto

      1. Unire farina di castagne e il cacao (la farina di riso e il basilico ben frullato con l’olio), lo zucchero a velo (il parmigiano) in una ciotola e mescolare bene. Aggiungere il burro chiarificato ed intiepidito e mescolare dapprima con un cucchiaio, poi con le mani per incorporare bene il burro.
      2. Versare il composto su un piano di lavoro cosparso di farina di castagne (di riso) e lavorarlo a mano per 10 -15 minuti. All’inizio l’impasto tendera’ a sbriciolarsi, non aggiungere altri liquidi. Continuare a lavorare finche non si sara’ ottenuta una pasta liscia e duttile (io li ho fatti con 15 minuti di planetaria  al minimo e con la foglia)
      3. Avvolgerla nella pellicola per alimenti e lasciarla riposare per almeno otto ore al fresco.
      4. Portare il forno a 180° C e foderare due placche di metallo con carta da forno
      5. Stendere la pasta ad uno spessore di 1.5 cm, su un piano di lavoro infarinato con farina di castagne (riso).
      6. Tagliare i biscotti e porli sulle placche da forno, infornare per 20-25 minuti. I biscotti saranno appena dorati sul fondo, ma il colore non deve cambiare di molto. Aspettare che si raffreddino completamente prima di rimuoverli dalla placca, sono molto fragili.

      Concedetemi un attimo:

      Volevo ringraziare la R2M per le loro parole gentili. Oltre a farmi piacere, devo dire che mi hanno siceramente sorpreso per le loro annotazioni. Sarà che spesso anche io paragono un sarto ad una chef… ma vederlo ripreso da loro mi ha fatto un certo effetto. Oltretutto, hanno tanti prodotti ad un buon prezzo, cosa che può sempre far comodo! Date un’occhiata!

    • Dolci in via di estinzione: le pastuccelle

      Mag 9th

      Certi dolci non vanno dimenticati, lasciati lì in un angolo o peggio modificati secondo le ultime tendenze del momento. Anzi, vanno protetti, riscoperti e amati proprio per le loro origini. Come per le Pastuccelle. Sono dei dolci originari di Acquavella (SA), e in generale del Cilento, che appartenevano alla parte ricca della popolazione e che erano tradizionali a Natale. I poveri sostituivano il ripieno con la farina di ceci. Si tratta di pastine con una pasta sottile e una forma che ricorda quella del sole.

      Il ripieno è una farcia ottenuta con mandorle, limone e anice, che rende il dolce molto “scioglievole” al palato e il connubio fra anice e limone l’ho sempre trovato ottimo! Oggi, purtroppo, è difficilissimo trovare questo dolce e, se si trova, il ripieno e sostituito da varie creme al cioccolato famose. Ma non si può definire certo una Pastuccella. Questa ricetta mi è stata tramandata da mia zia (una “maniaca” nel ricercare ingredienti e preparazioni antiche senza apportare modifiche moderne che possano snaturare il dolce) e mi fa piacere condividerlo, con la speranza che possa ritornare in auge come una volta. Mando le pastuccelle ad Ornella, per il solito appuntamento mensile

      RICETTA: LE PASTUCCELLE

      Ingredienti

      Per la pasta (attenzioni alle dosi: io, riportando tutto a un solo uovo e quindi dividendo per 5, ne ho ricavato un bel vassoio):

      5 uova (da 66/68 gr)
      250 gr di burro
      1 bicchiere di vino bianco secco
      1,150 gr di farina

      Per il ripieno:
      1 kg di mandorle pelate (non tostate!)
      1 kg di zucchero
      600 gr di acqua
      scorza di un limone grattata
      3 bicchierini di anice

      Miele di acacia (o comunque un miele delicato)
      cannella
      rametto di rosmarino
      scorzette di arance (a chi piace)

      Procedimento

      Impastare le uova, la farina, il vino bianco, il burro sciolto e raffreddato fino ad ottenere un composto liscio ed elastico, coprire e far riposare.

      Nel frattempo, tritare le mandorle più finemente possibile. Metterle in una pentola, unire lo zucchero e l’acqua e far cuocere per 10-15 minuti (o comunque fino ad ottenere un composto sostenuto). Aggiungere il limone grattato e l’anice. Far freddare bene.

      Formare le pastuccelle:

      Utilizzando l’imperia, ottenere una sfoglia sottilissima (io sono arrivata alla penultima) e con un coppapasta tondo (diametro 10 cm) fare dei cerchi. SU ogni cerchio mettere un cucchiaino di composto e ripiegare a mezzaluna, facendo uscire bene l’aria. Con la rotella liscia, fare sul bordo un numero pari di taglietti e con l’indice arrotolare verso il centro un settore sì e uno no (vedere foto..è più facile a dirsi che a farsi). Alla fine si ottengono dei piccoli soli!
      Friggere per pochi secondi ogni pastuccella. In un pentolino far sciogliere il miele. Distribuirlo sulle pastuccelle con un rametto di rosmarino (è buonissimo il profumo del rosmarino sul miele) e cospargere il tutto di cannella.

    • Metti uno stilista a cena

      Mag 3rd

      E’ dai tempi della sfilata delle blogger che ho in testa l’abbinamento cibo-moda. L’Italia è famosa nel mondo per il cibo e per la moda, che rappresentano non solo un puro scambio economico, un passaggio di soldi ma anche un modo di essere, di sentire, di mangiare, di pensare. Poi, tempo fa ho letto due articoli che mi hanno molto divertita: Tuki, che qui diceva che la Chiffon cake le faceva venire in mente Alberta Ferretti (la signora dello chiffon) e Sigrid che ha abbinato a Dolce&Gabbana un risotto in bianco e nero. Entrambe hanno cercato di capire lo spirito dello stilista, la “cifra artistica” che lo contraddistingue e gli hanno abbinato un piatto. L’ho fatto anche io con questo nella foto. Ho pensato ad Armani, alla sua raffinatezza mai eccessiva, alla sua eleganza, alla sua famosa espressione: “l’eleganza non è essere notati ma essere ricordati”. Armani vuol dire tailluire severo, maschile ma anche abito da sera seduttivo e affascinante. Mi è venuto in mente il nero, come il colore che indossa sempre Lui, interrotto da due colori, un rosa tenue e un rosa più scuro, nell’ordine gamberi e barbabietola. Niente di più che una semplice insalata di riso..ma con ingredienti diversi e stravolta nella composizione solita.

      E allora rilancio la palla a voi: che ne dite di un contest che abbini il mondo del cibo al mondo della moda? In collaborazione con Laura di Tentazione Make up, vi invito al contest “METTI UNO STILISTA A CENA“. Queste le regole:

      1) pensate al vostro stilista preferito, oppure ad un oggetto di moda (un bracciale, un vestito, una borsa, una collana, etc..), cercate di capire cosa definisce il suo stile e la sua personalità e dedicategli un piatto (sarebbe carino, nel caso di un oggetto personale, che postiate anche la foto!). Importante la scelta degli ingredienti e della ricetta ma anche la composizione del piatto!

      2) avete tempo fino al 15 Luglio e potete partecipare con una sola ricetta, postando qui il link del vostro post come commento a questo ed esponendo il banner nel vostro blog (può partecipare anche chi non ha un blog spedendo foto e ricetta a caris@cookingplanner.it)

      3) sarebbe molto carino se vi iscriveste alla newsletter di Tentazione Make Up (le loro rubriche sono UTILISSIME!). Per farlo basterà andare sul sito (http://www.tentazionemakeup.it/) e sulla colonna a destra troverete un boxettino dove inserire la vostra mail, cliccate sul pulsante iscriviti e il gioco è fatto!

      4) verranno scelte 4 ricette che verranno poi pubblicate anche sul portale di Laura nella sezione cucina. Le 4 ricette scelte riceveranno inoltre dei premi fashion ovviamente! Eccoli qui (a breve metterò le foto):

      1) parure bracciale e orecchini di swarovski

      2) anello di agata bianca

      3) il libro di Enzo e Carla “Ma come ti vesti”

      4) il libro di Enzo e Carla “Ma come ti vesti“

      Di seguito, il banner del contest! Dai, tirate fuori la parte modaiola che è in voi!!!

      RICETTE ARRIVATE VIA MAIL (ragazze, ho ristretto io le foto e caricato su una mia pagina parte della mail)

      1) http://www.cookingplanner.it/la-pastiera-di-imma per Fausto Sarli

      2) http://www.cookingplanner.it/crostata-al-cioccolato-di-anna-maria/ per Dior

      3) http://www.cookingplanner.it/dolce-allarancia-di-chiara/ per Valentino

      4) http://www.cookingplanner.it/pasta-gratinata-di-elisabetta/ per Cavalli

      5) http://www.cookingplanner.it/torta-con-le-farfalle-di-laura/ per Blumarine

      6) http://www.cookingplanner.it/uova-alla-benedict-di-rossella per Ralph Lauren

      7)http://www.cookingplanner.it/panna-cotta-alle-fragole-di-emma/per Valentino

      8) http://www.cookingplanner.it/pollo-ai-peperoni/ per Alexander Mc Queen

      9) http://www.cookingplanner.it/pasta-di-filomena-g/, per luois Vitton

      10) Valentina, http://www.cookingplanner.it/cremoso-banana-e-nocciolata-abbinato-a-gucci/

      Blog:

      1) la temerariafra, http://latemerariafra.blogspot.com/2011/06/metti-uno-stilista-cena-e-certo.html

      2) cuori in padella, http://cuorinpadella.blogspot.com/2011/06/la-parmigiana-di-melanzane-in-un-cake-e.html

      3 ) la cuoca sopraffina http://www.lacuochinasopraffina.com/cosa-cucino/dessert-veloci-il-cranachan-alle-ciliegie/2522

      4) amiche cuoche, http://amichecuoche.blogspot.com/2011/06/sponge-cake-alle-fragole.html

      5) acquolina,  http://acquolina-francesca.blogspot.com/2011/06/francy-cherry-tart-with-macarons.html

      6) fashion, food and various thoughts, http://fashion-food-fashion.blogspot.com/2011/06/mini-cheesecake-al-cioccolato-e.html

      7) note di cioccolato, http://notedicioccolato.blogspot.com/2011/06/cena-con-george.html

      8) il blog di Giordana Talamona, http://www.giordanatalamona.it/blog/2011/06/16/stinco-di-maiale-allalsaziana-con-fonduta-di-munster-messieurs-dammes-le-jambonneau-braise/

      9) rossa di sera, http://www.rossa-di-sera.com/2011/07/aperitivo-rosso-valentino.html

      10) noi due in cucina,  http://noidueincucina.blogspot.com/2011/07/riflessioni-colori.html

      11) kucina di kiara,  http://kucinadikiara.blogspot.com/2011/07/frange-bicolore-con-salsiccia-patate-e.html

      12) dolcearoma, http://dolcearoma-rosalba.blogspot.com/2011/07/torta-carmencita.html

      13) la ricetta della felicità; http://laricettadellafelicita.blogspot.com/2011/07/una-fetta-di-arcobaleno.html
    • Quando il lupo ha paura di cappuccetto rosso..

      Apr 30th

      Il giorno di Pasqua, verso la fine del pranzo, quando oramai si era incerti se ingurgitare altra pastiera, altro cioccolato o un Malox, mia madre chiede ad Albertino di raccontare la favola di Cappuccetto Rosso, sussurandomi sottovoce ma con orgoglio “..sapessi come la racconta”. Albertino, ottenuto il silenzio generale, entra nella parte e comincia a raccontare la storia. Effettivamente, c’era di che essere orgogliosi: proprietà di linguaggio, ottima memoria, italiano curato e anche una buona interpretazione! Cosa poteva volere di più la mamma di un bimbo di 5 anni? Devo dire poi, che raccontava la favola rendendola interessante, infatti anche io seguivo con molta attenzione. Era giunto il momento in cui il lupo incontra nel bosco cappuccetto Rosso e viene a sapere che sta andando dalla nonna con un ricco paniere. Quando la suspance era al massimo, Albertino-mimì, con voce grossa comincia a dire: ” Eh no mia cara bambina! questo non succederà: la torta nel paniere me la mangio tutta iooooo!” A questo punto, Albertino si mette a guardare tutti noi negli occhi, uno per uno. Penso che sta per tirare fuori la vocina di una bimba spaventata….. quando con solennità dice: “e cappuccetto rosso gli rispose……… TIEEEEEEEEEE'”.  Ora, voi non dovete pensar male, dovete proprio pensare malissimo: per rafforzare il concetto, qualora il suono non fosse stato abbastanza esplicito, Albertino decide di accompagnare  il sonoro con un gesto che non lasciava spazio a nessuna altra interpretazione: il gesto dell’ombrello!  Dire che ero costernata era poco!

      Dopo un primo sbigottimento generale, i parenti cominciano a trattenere le risate, o meglio, cercano di ridere poco per non dar corda al bambino. Il furfante però, capisce benissimo che a questo punto l’attenzione generale è definitivamente conquistata e continua con generosità la sua interpretazione della risposta di cappuccetto Rosso al lupo. Come se non bastasse, La Pasionaria capisce che in qualche modo sta prendendo parte a una situazione potenzialmente divertente e dice pure lei, incitata dal fratello, “TEEEEEEEEEE” con grande spirito di partecipazione (le manca la “I” ma alla prima interpretazione non si poteva pretendere di più). Tra l’altro, si è dimostrata da subito un’allieva volenterosa, dato che, anche se non raggiungeva la perfezione tecnica del fratello, il gesto non aveva nulla a che invidiare alle migliori performance degli adulti. Non volendo che, per la legge del contrappasso, un mio rimprovero fissasse per sempre nella loro mente questa scena, cerco di non dar loro troppa importanza e, glacialmente, dico di finirla e di terminare il cibo altrimenti niente uova!

      Io so bene di chi è la colpa e spero che il responsabile di tale insegnamento sia pentito…ma non credo! In ogni caso, sarà difficile dimenticare il pranzo di Pasqua. Molto difficile! E mi tocca anche essere solidale col lupo, che sarà scappato spaventatissimo, di fronte a quei due che, invece di Mimì & Cocò, in quel momento sembravano Totò e Peppino!

      A proposito di Pasqua, questa è una pasta che ho provato proprio durante la settimana Santa: l’ispirazione è presa da un numero di Sale & Pepe ma l’ho cambiata un pò! Era suggerita con le reginette ma io volevo finalmente cucinare un formato di pasta particolare, fatto proprio con limone all’interno.

      RICETTA: PASTA AL LIMONE CON PESTO DI ASPARAGI, LIMONE E PINOLI TOSTATI

      Ingredienti

      • 280 gr di pasta al limone (o reginette, o pasta fatta in casa con l’aggiunta di buccia di limone nell’impasto)
      • 350 gr di asparagi
      • un limone
      • 50 gr di grana grattugiato
      • 30 gr di pinoli
      • noce moscata
      • olio evo
      • sale

      Procedimento

      Mondate gli asparagi e lessateli in acqua salata in leggera ebollizione, da 10 a 15 minuti a seconda della loro grandezza. Se non avete l’apposita pentola, sceglietene una stretta e alta e sistemate gli asparagi legati a mazzetto, con le punte sempre rivolte verso l’alto e fuori dall’acqua. Scolate gli asparagi, tagliate le punte e mettetele da parte; riducete a tocchetti i gambi e trasferiteli nel mixer; unite il succo di mezzo limone, 40 gr di grana, 20 gr di pinoli, un pizzico di noce moscata, 5 cucchiai di olio e un pizzico di sale e frullate fino ad attonere una crema liscia e omogenea. Cuocere la pasta in abbondante acqua salata in ebollizione (se fosse necessario, diluite il pesto con un cucchiaio di acqua di cottura): scolate la pasta e conditele con il pesto. Unite le punte tenute da parte, cospargete con il grana e i pinoli rimasti leggermente tostati. Un appunto: a me sono piaciuti molto così, ma il profumo del limone era molto intenso. Se preferite che a prevalere siano gli asparagi, vi conviene aggiungerlo poco per volta e regolarvi a seconda del vostro gusto.

    • Murikè e il fico bianco del Cilento

      Apr 26th

      “Questo è davvero un posto magico”.

      Così mi spiegava Eugenio Cioffi, parlando del suo agriturismo, della sua azienda, del suo ficheto. E lo diceva con orgoglio e con affetto, con la convinzione di chi ha rinunciato un posto in Germania da ricercatore per dedicarsi, insieme alla sua famiglia, a riportare un luogo (la terra di suo padre) e un prodotto al loro giusto riconoscimento. Più conosco il Cilento e più lo amo, forse anche grazie a chi, con preparazione e impegno, sta portando avanti progetti belli per la propria terra. Ho conosciuto Eugenio grazie ad Enzo Crivella (guardate cosa racconta di lui Luciano Pignataro) che me ne ha parlato dicendo “quello è un genio”. Di Enzo mi fido, perchè è un amico, è uno che ama profondamente il suo lavoro e ha una passione verace per i prodotti del Cilento…infatti ho passato, durante le vacanze pasquali a Sapri, un bellissimo pomeriggio. La mia visita all’agriturismo Muriké nasce dalla voglia di conoscere meglio un prodotto tipico della mia zona di origine: il fico bianco del Cilento. Ho mangiato molte volte alla Chocolathera, un gelato eccezionale e dei dessert raffinati, fatti con questo frutto e volevo saperne un pò di più. E allora concedetemi di fare un pò di pubblicità progresso, spontanea e sentita :)!

      E non è che debba impegnarmi molto per fare pubblicità: le poche foto, fatte al volo (e mentre Mimì e Cocò si lamentavano come al solito..ma lasciamo perdere) mostrano da sole che cosa si trova incastonato fra le montagne di Morigerati e Sicilì, attraversato dal fiume Bussento. Eugenio non riesce a staccarsi da questo posto e dalle sue marmellate e ci credo. “Sue” perchè le fa proprio lui, con cura (addirittura eliminando la buccia) e competenza! Il fico bianco del Cilento essiccato gode della Denominazione di origine protetta, la polpa è pastosa, di colore giallo ambrato ed è molto dolce, con semi piccolissimi (quindi adattissimo ai dessert, per mia grande gioia!). L’agriturismo Murikè è in piena fase di sviluppo e da giugno sarà pronto..e vi assicuro che tornerò per andare a provare queste famose marmellate (bisognerà aspettare l’estate, ahimè!). Ci sarà la possibilità di visitare direttamente l’opificio e di degustare lì le marmellate ed i vari prodotti: dal produttore al consumatore insomma!

      E che il posto sia magico, lo dimostra anche un bellissimo “padrone naturale” che vi accoglierà nell’area dell’agriturismo: ditemi voi se questo ulivo millenario non è splendido!

      Per un pò di storia e di notizia sul fico, sulle sue caratteristiche e sul luogo di origine, potete andare a leggere qui, per esempio! Ma senza dubbio la cosa migliore sarebbe venire a vedere dal vivo e farsi un giro in questa zona..anche solo per venirsi a prendere un pò di questa magia!

    • La Marronier di Felder e Buona Pasqua

      Apr 22nd

      Un torta molto buona per augurarvi Buona Pasqua: la Marronier di Felder.

      Ho visto la ricetta qui e me ne sono innamorata! Voi direte: una torta di castagne ad Aprile??? Sì, se la mousse è fatta con la crema di castagne, che si trova in qualunque stagione e la torta è di uno come Felder, che è sempre una garanzia! A me è piaciuta tanto! Fresca e  con una consistenza della mousse meravigliosa!!! Vi auguro una Pasqua ricca di serenità e gioia, da trascorrere con le persone più care!

      RICETTA: LA MARRONIER (DI C. FELDER)

      Ingredienti
      (Circa 20 persone)

      Per lo sciroppo alla vaniglia e rhum

      • 7 cl di acqua calda
      • 50 gr. zucchero
      • 1 cucchiaino da caffé di rhum
      • ½ cucchiaino da caffè di estratto di vaniglia

      Per il biscotto al cioccolato:

      • 120 gr. di tuorlo d’uovo (circa 6 uova)
      • 150 gr. di farina
      • 20 gr. cacao amaro in polvere
      • 240 gr. albumi (circa 6 uova)
      • 180 gr. zucchero semolato

      Per la mousse di marroni

      • 12 gr. di gelatina in fogli
      • 550 gr. di crema di latte
      • 500 gr. di crema di marroni
      • 5 cl di acqua
      • 6 tuorli d’uovo
      • 4 cl di acqua
      • 70 gr. zucchero semolato
      • 3 cl rhum scuro

      Per guarnire

      • 200 gr. di crema di marroni
      • sfoglie di cioccolato
      • marrone glacè (o cioccolatini)

      Procedimento

      Preparate lo sciroppo al rhum miscelando con la frusta l’acqua calda, lo zucchero, il rhum e la vaniglia.

      Preriscaldate il forno a 180°; in un recipiente, lavorate leggermente i tuorli con una forchetta; setacciate insieme la farina ed il cacao; iniziate a montare gli albumi, aggiungendo poco a poco lo zucchero fino ad ottenere una neve ferma; incorporate delicatamente i tuorli, facendo girare la frusta a bassa velocità; mischiate dolcemente e incorporate farina e cacao setacciati assieme; rivestite due placche con fogli di carta forno 40 cm x 30 cm e versatevi l’impasto, livellandolo con una spatola in acciaio; cuocere una buona decina di minuti e lasciar freddare su una griglia.

      Mettete a bagno in acqua ben fredda i fogli di gelatina; versate la crema di latte in un recipiente che porrete in frigorifero; mescolate la crema di marroni con l’acqua (5 cl); versate i tuorli d’uovo nella ciotola dello sbattitore e iniziate a mescolare a bassa velocità mentre preparate lo sciroppo; in una casseruola a fondo spesso, mescolate 4 cl d’acqua e lo zucchero semolato; fate cuocere a fuoco medio; pulite i bordi interni della vostra casseruola con un pennello bagnato d’acqua fredda, per eliminare le tracce di zucchero dalle pareti, la temperatura dovrà raggiungere i 115°. Ritirate velocemente la casseruola dal fuoco; versate quindi rapidamente lo sciroppo sui tuorli, avendo cura di farlo colare sui bordi della ciotola per evitare qualsiasi schizzo e avviate lo sbattitore ad alta velocità fino a raffreddamento del composto; estraete la crema di latte dal frigorifero e montatela con le fruste fino a che abbia raddoppiato il suo volume; fate scaldare dolcemente il rhum, incorporatevi la gelatina ammollata e mescolate bene per scioglierla; versate il rhum con la gelatina nella crema di marroni e mescolate energicamente; incorporate anche i tuorli montati; infine aggiungete la panna montata e mescolate il tutto delicatamente.

      Ponete un quadrato d’acciaio 40 cm x 30 cm o di cartone spesso che avrete preparato da soli sui fogli di biscotto; con un coltello, eliminate l’eccedenza dei bordi; con l’aiuto di un pennello, imbibite uno dei biscotti con lo sciroppo al rhum e vaniglia; distribuite con una spatola la crema di marroni sul biscotto; poi versate metà della mousse ai marroni e ricoprite con il secondo biscotto; imbevetelo di sciroppo e versate la rimanente mousse che liscerete con una spatola; l’altezza del dolce sarà di circa 4 cm; ponete il dolce nel congelatore per un’ora almeno, per farlo rassodare; con l’aiuto di un coltello seghettato, grattugiate del cioccolato fondente sulla superficie del dolce, fino a ricoprirlo di sfoglie sottili. Tagliate il dolce in quadrotti con un coltello fine e seghettato.

    • Di Naan Nokhodchi e di dubbi amletici

      Apr 20th

      ” Mamma, ma se il cane è il migliore amico dell’uomo, questo vuol dire che La Pasionaria non può avere un cane..magari solo un gatto?“

      Questa la domanda con cui Albertino ha rotto il “silenzio musicale” della radio mentre stavamo tornando a casa. Mi sono dovuta trattenere dal ridere e poi ho capito che era il momento di introdurre i concetti di Universale e Particolare, anche se pare semplice spiegarlo ad un bambino. Comunque me la sono cavata e sembrava soddisfatto. Lei, dal canto suo, aveva posizionato un ovetto di cioccolato completamente sciolto in un bicchiere di plastica e stava cercando di tirarlo su con la bocca, un pò come si fa con le cannucce, emettendo rumori non meglio identificati! Avrei dovuto capire che non poteva andare così di lusso! Ecco la successiva domanda di Albertino:

      “Mamma, cos’è l’effimero?”

      Vi confesso che, in barba alle più normali norme di sicurezza, mi sono voltata verso di lui a guardarlo come fosse un mezzo alieno. Stava guardando fuori dal finestrino e, in quel momento, giurerei di aver visto seduto sul suo seggiolino Pirandello o Sarte. Ero sinceramente basita. Come fa un bambino di 5 anni e mezzo a chiedere una cosa di questo genere? Non fa, infatti: è evidente che Albertino è un adulto travestito da bambino che ci prova un certo gusto sadico a fare domande per il puro gusto di metterti in difficoltà! Ho cominciato a tirare fuori concetti come fugace, caduco, inconsistente ma lui mi guardava malissimo…la spiegazione era peggio della domanda! Poi gli ho chiesto di contestualizzare la parola: dove l’aveva sentita? In un cartone animato, questa la risposta. Ecco perchè le nuove generazioni hanno tanti problemi: non fanno più i cartoni animati di una volta! Io mi divertivo a cantare pollon-sulla-cima-dell’olimpo-c’è-una-magica-città…e lui si guarda i cartoni dove pronunicano parole come effimero! Non c’è più religione! Fortunamente, mentre continuavo ad arrampicarmi sulgi specchi (devo dire  alti e scivolisissimi), La pasionaria  ha detto che doveva parlare lei: “A casa c’è la pizza?” mi chiede, tutta sporca di cioccolata dalla testa ai piedi! Meno male, questa la sapevo! Era una consolazione quella bimba! “Sì, ce l’ho a casa” ho potuto rispondere con una soddisfazione che neanche ad un esame dell’università.

      A proposito di cose effimere, che durano un giorno, oggi volevo presentervi un altro possibile regalino di Pasqua, un docletto..originale per di più e che è davvero effimero sia per consistenza che per tempo (quasi nullo) in cui rimane nella scatolina! Anni fa, un’amica di mia suocera ci portava, dall’Iraq, dei dolcetti fatti con la farina di ceci. Era l’unica cosa che sapevo, oltre al fatto che fossero di una bontà assoluta. Avevano la forma di un quadrifoglio, erano “scioglievoli” al palato, con un aroma particolare che non ho più ritrovato! Li adoravo..e praticamente ne consumavo scatolette intere. Non li ho più visti, finchè non ho avuto la fortuna di conoscere, tramite gennarino, Rossana. Rossana viene chiamata da tutti come “non umana”. All’inizio pensavo che fosse solo per scherzare e per mettere in evidenza le sue doti culinarie. Mi sbagliavo. Lei è vermante di un altro pianeta! Sa tutto, è impressionante. Chiedetele di una ricetta qualsiasi, di un ingrediente, di una lavorazione..lei lo sa, lo ha già fatto e anche con successo. E’ bravissima e pure simpatica e gentile: non umana, appunto! Ed è anche una cara amica. L’altro giorno cosa posta nella sezione tradizioni in cucina? I Naan Nokhodchi! Quando li ho visti mi è preso un colpo! Erano loro, i mitici dolcetti più sabbiosi e pastosi del mondo! E la spiegazione della ricetta mi invogliava..insomma, si potevano ripetere a casa! Non mi è parso vero e questo è il risultato! Vi avverto subito che ho sbagliato l’altezza: devono essere un pò più alti dei miei, 1 cm e mezzo circa! Io ero convinta di avere l’altezza giusta invece solo alla fine mi sono accorta che era solo 1 cm! Comunque il sapore e la consistenza sono quelli! E ho capito che l’aroma particolare è dato dal cardamomo! Bisogna solo essere molto cauti con la cottura: qualche minuto in più e avrete dei biscottini buonissimi, per carità, ma troppo croccanti e che hanno perso la loro caratteristica consistenza. Col mio forno, 20 minuti massimo (25 sono troppi) e  posso confermarvelo perchè una parte del forno cuoce più dell’altra dell’altra (purtroppo ) e quindi ho potuto verificare la diversità fra una metà dei dolcetti e l’altra! Io poi, rispetto a Rossana, dopo essermi consigliata, li ho fatti con la planetaria, a bassissima velocità e con la foglia, per 15 minuti: impasto perfetto!

      RICETTA: NAAH NOKHODCHI (BISCOTTI PERSIANI CON FARINA DI CECI)

      Ingredienti

      • 225 gr di burro
      • 150 gr di zucchero a velo
      • 300 gr di farina di ceci finissma
      • 2 cucchiaini di cardamomo
      • polverizzato al momento
      • pistacchi sminuzzati per decorare

      Procedimento

      Per chiarificare il burro

      Porre il burro in una casseruola, sciogliere a fuoco medio e portare ad ebollizione.Rimuovere la schiuma che si sara’ formata in superfice e lasciar sobbollire per una decina di minuti. Il burro sara’ pronto quando i solidi del latte depositati sul fondo della casseruola, comincieranno ad imbrunirsi.Togliere dal fuoco, e lasciar raffreddare. Decantare e filtrare il liquido cosi’ ottenuto.

      Impasto

      1. Unire farina di ceci, lo zucchero a velo ed il cardamomo in una ciotola e mescolare bene. Aggiungere il burro chiarificato ed intiepidito e mescolare dapprima con un cucchiaio, poi con le mani per incorporare bene il burro.
      2. Versare il composto su un piano di lavoro cosparso di farina di ceci e lavorarlo a mano per 10 -15 minuti. All’inizio l’impasto tendera’ a sbriciolarsi, non aggiungere altri liquidi. Continuare a lavorare finche non si sara’ ottenuta una pasta liscia e duttile. (io li ho fatti con 15 minuti di planetaria  al mino e con la foglia)
      3. Avvolgerla nella pellicola per alimenti e lasciarla riposare per almeno otto ore al fresco.
      4. Portare il forno a 180° C e foderare due placche di metallo con carta da forno
      5. Stendere la pasta ad uno spessore di 1.5 cm, su un piano di lavoro infarinato con farina di ceci.
      6. Tagliare i biscotti e porli sulle placche da forno, decorare con i pistacchi ed infornare per 20-25 minuti. I biscotti saranno appena dorati sul fondo, ma il colore non deve cambiare di molto. Aspettare che si raffreddino completamente prima di rimuoverli dalla placca, sono molto fragili.

    • Regalini per Pasqua homemade: uova sott’olio

      Apr 18th

      Cosa regalate a parenti e amici per Pasqua? A casa mia, solitamente si regala la pastiera. Praticamente Pasqua non arriva se almeno una pastiera non è presente dentro casa..ma non quella comprata, quella fatta in casa (ovviamente!). Mia nonna paterna era un pastierificio vivente: quando arrivavamo a Sapri per le vacanze di Pasqua, trovavamo sparse per la cucina, almeno un quindicina di pastiere: una per il dottore di famiglia, una per il Parroco, una per la commare e via di questo passo..fino a giungere a quella per noi! Ricordo che negli ultimi anni, ne faceva talmente tante che ne cuoceva una parte nel suo forno e una parte nel forno della pasticceria di un parente (questo in città sarebbe impensabile..purtroppo!). Da quando non c’è più lei, le faccio io. Non credo che raggiungerò mai il suo livello di bontà, pur utilizzando la sua ricetta, perchè lei le faceva in modo davvero speciale, e fatte su misura per il nostro gusto! Sta di fatto che, per me, l’arrivo di Pasqua vuol dire “pastierare” e lo faccio sempre con enorme piacere, per portare avanti il ricordo di nonna Grazia, le sue pastiere e la nostra tradizione. Quest’anno, finora ne ho fatte 6…ma domani proseguirò! Però, lo ammetto, pensare di regalare pastiere a tutto il parentado è una gran fatica, se non altro per i tempi di cottura biblici e per il numero elevato di zii e cugini…così quest’anno ho provato a fare qualche regalino dell’ultimo minuto in tema pasquale, veloce, facile e “scenografico”. Quando le ho viste su una rivista, Sale & Pepe, è stata grossa simpatia a prima vista! Le uova sode sott’olio mi ispiravano tanta allegria! E così ho deciso di provare e questo è quello che ne è venuto fuori! Considerando che manca una settimana, se volete fare un piccolo presente homemade, che non vi tenga incollati alla cucina, queste uova sono quello che fa per voi!

      RICETTA: UOVA SODE PROFUMATE ALLE ERBE

      Ingredienti

      • 6 uova
      • 4 spicchi di aglio
      • olio extra vergine di oliva
      • peperoncini piccanti
      • pepe in grani (io non l’avevo)
      • erbe aromatiche miste: prezzemolo, timo, maggiorana, salvia, etc.. (io ho usato basilico, rosmarino e salvia)

      Procedimento

      Cuocere le uova per 8 minuti dall’ebollizione, scolarle, passarle in acqua fredda e sgusciarle. Riporle a freddare e nel frattempo sterilizzate i barattoli. Il metodo che ho trovato più comodo, spiegato da Azabel, è quello di lavare bene i barattoli e passarli in microonde per 4/5 minuti. Riempire con le 6 uova il barattolo, alternandole con qualche peperoncino. Scaldare l’olio (per la quantità sono andata ad occhio..e quel poco che è avanzato, dato che è profumatissimo, l’ho messo in una bottiglia e lo userò per altre preparazioni..o altri regali :) ) con l’aglio a fette, le erbe, il pepe. Spegnete il fuoco (deve solo scaldare, mi raccomando), lasciate raffreddare l’olio e versatelo sulle uova senza filtrarlo.Chiudete il barattolo e lasciate riposare per almeno 24 ore. Potete gustare le uova con una fresca insalata e con i tanti salumi di stagioni!

    • Il 12 Giugno in bianco e rosso..

      Apr 15th

      Il rosso è un bellissimo colore. Rosso come l’amore, come una rosa, come una mela, come un cuore che batte. Rosso che sa di passione e di vita..e profuma di allegria e intensità. Rosso come una fragola che, con la sua bellezza, ci colpisce ogni volta che arriva la primavera. Rosso, come Qualcosa di rosso, un blog che, mio malgrado, ho scoperto da poco e che ha lanciato un’iniziativa che mi ha fatto molto pensare. Il 12 giugno si vota per esprimere il proprio parere su un tema difficile: il nucleare. Istintivamente mi attrae e mi fa paura. Mi attrae come ingegnere, come amante della scienza e delle scoperte, come capacità dell’uomo di riuscire a capire i meccanismi di una natura così straordinaria ma sconosciuta. Mi fa paura. Perchè io Chernobyl me la ricordo. Perchè ora vedo quello che succede in Giappone. Il nucleare è un tema che, per forza di cose crea un dibattito: anche nella mia famiglia ci dividiamo fra sostenitori e non. Ognuno con le sue ragioni. Come spesso accade, non c’è mai una verità assoluta ma solo dei ragionamenti. Io posso esprimere i miei, fallaci, incompleti ma miei. Voterò sì al referendum perchè non la voglio una centrale nucleare e per diversi motivi.

      Una classe politica ha, fra i suoi compiti, quello di cercare di risolvere i problemi di un paese. Per fare questo bisogna partire dall’analisi dei problemi stessi, dalla completa conoscenza del territorio e della struttura sociale e civile di un paese. Bisogna essere consapevoli dei propri limiti, per poi in futuro superarli. La nostra classe politica ne è cosciente? L’Italia è uno dei paesi a più alto rischio sismico del mondo. Anche se non fosse così, siamo in  grado di gestire una crisi nucleare? Non siamo riusciti a risolvere i problemi dei rifuti e della differenziazione, che dovrebbe essere, sulla carta, un’emergenza più semplice del nucleare! Non siamo riusciti a gestire i problemi di una città colpita da un terremoto, di grado inferiore a quello di Fukushima: l’Aquila è lì, che giace distrutta. Siamo in grado di smaltire rifiuti nucleari, impedendono che le mafie organizzate si approprino di questo traffico? Francamente non lo so. La parte favorevole dice che abbiamo il nucleare in Francia. Se vogliono convincermi che avere delle radiazioni a 3000 km di distanza è la stessa cosa che averne a 100…no, direi che possono dire altro. Paragonare la struttura francese a quella italiana è un’assurdità. Mi chiedo e vi chiedo, se il disastro giapponese fosse successo a noi, come l’avremmo affrontato?? Saremmo stati pronti nello stesso modo? Ho molte domande e pochissime risposte e spero di fare il meglio il giorno del referendum.

      Ho deciso di unire una cosa al no contest:il 12 giugno mi vestirò di rosso e bianco, l’idea mi è venuta guardando il banner del no-contest, tanto per ricordare che tutti insieme le cose possono cambiare. E’ solo un segno ma potrò mostrarlo dovunque sarò! Se vi va, perchè non vi unite a me?

      Potete prelevare questo piccolo banner e scrivere “il 12 giugno in bianco e rosso”. Tutto qui.

      La ricetta di oggi è semplicissima, spero adatta al no-contest: è rossa e bianca, veloce e gustosa.

      RICETTA: INSALATA DI FRAGOLE MOZZARELLE E CETRIOLI

      Ingredienti

      • fragole
      • orecchiiette di mozzarelle (o una mozzarelli a dadini)
      • cetrioli
      • sale
      • pepe (se piace, io non l’ho messo)
      • olio

      Procedimento

      Tagliare tutto a dadini, condire e mescolare. Si impiega più tempo a togliere i piccioli che a fare l’insalata..ma è buonissima.

      mi sembra una bella ricetta da ricordare e, come sempre, la invio ad Ornella

    • senza inganno..ma con trucco, homemade però!

      Apr 14th

      Vi avevo detto che questo sarebbe stato il mese del gioco, della leggerezza, dell’allegria, vero??? E allora “leggeriamoci”! Dato l‘interesse che avete dimostrato nel campo del fashion-styling e considerando che da poco ho conosciuto Laura, la “creatrice” del portale tentezione make up (FAVOLOSO), ho pensato di abbinare le due cose: come poter creare creme, trucchi e quant’altro col cibo?? Io ho notevoli difficoltà con il trucco e le creme mentre mi trovo piuttosto a mio agio fra olio, zucchero e farina: ci sarà modo per fare delle cose fatte in casa no? Così ho chiesto a Laura di darmi (darci) dei consigli su come poter migliorare pelle, luminosità etc. a casa ed evitare che ti dicano che hai la pelle ispessita!!! So che questo potrebbe essere un articolo da inserire nella lista utilità di tutte le gentili signore in ascolto. Questo non vuol dire che tali indicazioni non possano risultare utili anche ai maschietti! Infatti sono certa che potrebbero sfruttare tali ricette per fare un bel regalo alla dolce metà, facendo attenzione a non dirle “Tesoro, ti ho fatto una crema così la pelle che hai ringiovanisce” (onde evitare di ritrovarsi un antico vaso in testa) ma dicendo “tesoro, sei talmente bella che non hai bisogno di comprare creme: ho pensato di farti qualche crema fatta in casa solo per avere la soddisfazione di accarezzare il tuo morbido viso”!

      ATTENZIONE: ISTRUZIONI PER L’USO

      Di seguito trovate l’articolo di Laura mentre fra parentesi e colorati in viola troverete i miei pensieri di Donna comunis alla lettura di questi consigli! Buona Lettura!

      Ciao a tutte! (Ciaoooo!)

      Innanzitutto mi presento, mi chiamo Laura e dirigo un portale incentrato sul mondo della donna a 360°.

      Sotto richiesta della dolcissima Caris, (È intelligentissima questa ragazza!!!) oggi vi darò qualche piccola ricettina, ma attenzione,  non di cibarie, bensì di ricette che aiutino il vostro viso a risplendere e ad apparire sempre pulito, fresco e giovane! (Fosse la volta buona!!!!!)

      Iniziamo..

      Il vostro mantra deve essere: “Pulizia, esfoliazione, nutrimento“. (Ripetiamo insieme: pulizia, esfoliazione, nutrimento!)

      Infatti la pelle ha bisogno di questi tre semplici step per essere curata a dovere.

      Partiamo quindi dalla pulizia, utilizzando un detergente o un sapone che sia adatto alle esigenze della nostra pelle. (Quello 3×2 preso al supermercato andrà bene?)

      Questo aiuterà a rimuovere i residui di polvere, smog ecc.

      Se siete truccate a questo step dovete far precedere quello in cui vi struccate.

      Se non volete spendere tanto per uno struccante potete scegliere di farne uno bifasico con qualche prodottino che avete a casa. (Bifasico???? In che senso?? Si metterà in due volte?)

      Ricetta struccante bifasico:

      70 ml acqua di rose (anti-occhiaie, lenitivo)( Dio solo sa quanto ne ho bisogno!)

      20 ml olio di ricino (struccante, rinforza ciglia) (E dove si trova l’olio di ricino??)

      20 ml olio di jojoba (idratante, anti-rughe) (Facesse il miracolo)

      20 ml olio di mandorle dolci (proprietà emollienti ed idratanti)

      Ovviamente le due parti resteranno separate nel flacone, basterà agitare prima dell’uso, versare qualche goccia su un batuffolo di cotone e passarlo sulla zona occhi/labbra. (Ahhhhhh, ecco perché bifasico!! Il problema è che mi mancano proprio le basi!)

      Una volta struccate a dovere potete detergere la vostra pelle, come dicevamo su, con un detergente o un sapone che sia adatto al vostro tipo di pelle.

      Affidatevi quindi alla vostra estetista, farmacista, visagista di fiducia e fatevene consigliare uno.( Hummmm a occhio a croce che l’ho comprato al supermercato non glielo dico)

      Io al momento sto usando il sapone di aleppo (composto con estratto di foglie di alloro) e mi sto trovando benissimo.. ma non divaghiamo! (Di che?????Aleppo???? Sembra il nome di una città greca!)

      Una volta detersa la pelle, l’abbiamo in un certo senso aggredita, e il ph è cambiato, per riequilibrarlo abbiamo bisogno di un tonico.

      In questo caso, potete usare l’acqua di rose (Ok..questa è facile, sono preparata..andrà bene quella libanese che uso per i dolci?) per chi non ha particolari problemi di pelle, chi invece ha brufoletti o altro dovrà affidarsi ad un prodotto specifico che aiuti a riequilibrare il sebo, e minimizzare l’effetto pori dilatati. (Hiiiiii..e chi l’avrebbe mai detto che aveva tutti questi effetti…me ne compro due litri!)

      Due volte la settimana sarebbe bene esfoliare la nostra pelle con uno scrub.

      Ecco qui una ricettina semplice semplice: un vasetto di yoghurt e 3 cucchiai di zucchero. (Ci siamo,su yoghurt e zucchero sono preparata!!!!)

      Li miscelate e li strofinate sulla pelle umida (per un effetto più delicato) per qualche minuto, poi risciacquate abbondantemente.

      Una volta la settimana potete concedervi un ulteriore rimedio di relax facendo una bella maschera.

      A seconda delle vostre esigenze potrete farne una astringente utilizzando il bianco dell’uovo miscelato al succo di mezzo limone steso su tutto il viso e lasciato asciugare per 3 minuti (Ohhhhh che meraviglia..e io che certe volte non so come utilizzare i litri di bianco che ho! Altro che daquise….la maschera astringente ci dovevo fare!), oppure una purificante con l’uva, schiacciando i suoi acini e stendendo la poltiglia ottenuta sul viso per 20 minuti, o ancora una idratante,  utilizzando un tuorlo, un cucchiaio di latte, mezzo cucchiaio di miele e un cucchiaio di farina di mandorle, da tenere sul viso 20 minuti (Sta cosa qui mi ispira un dolce…no no, non ci distraiamo), oppure se avete esigenze particolari potete miscelare il tuorlo con un cucchiaio di panna, 3 cucchiai di mandorle in polvere e un cucchiaio di olio di mandorle (che è nutriente ed elasticizzante)!

      Insomma le ricette sono davvero tantissime!

      Ricordate sempre dopo la maschera/scrub di passare il tonico!

      Infine scegliete una crema, o fatevi aiutare da chi ne capisce di più, che sia adatta alle vostre esigenze. (Ecco…qui vuol dire che devo spendere un sacco di soldi, lo so!)

      Ricordate che una buona routine mattutina e serale, aiuterà la vostra pelle a respirare e ad essere più bella!

      Magari la prossima volta parliamo di qualche altra ricettina facile facile per le labbra, o per le mani/unghie? Che ne dite?(Tutte e due ti prego! sono scarsamente dotata di labbra e sono l’antimanicure per eccellenza!)

      Spero di esservi stata utile! (Non posso più fare a meno di te: sei un genio!!!!)

      Un bacino e grazie a Caris per questa splendida opportunità! (ciaooooo!!!)

      Laura

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