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    • Letterina di Babbo Natale…c’è grossa crisi

      Nov 30th

      IMPORTANTE: dopo l’ultimo post, dato che moltitssime persone mi hanno chiesto cosa potessero fare, stiamo organizzando una piccola iniziativa  per il 13 Dicembre…Vi aggiorno presto, così se avete voglia, potrete parteciparvi! Nel frattempo, mi sembra giusto continuare con i racconti di quello che combinano i miei due furbacchioni…perchè la vita continua, i bambini fanno sempre Natale e avere qualche idea in più, in tempi in cui fare regali costosi sembra impossibile, non fa mai male!!

    • Il Santa Lucia e i suoi piccoli grandi miracoli

      Nov 27th

      Questo dovrebbe essere un blog di cucina o giù di lì. Dovrei parlare di ricette, di viaggi e incontri gastronomici, di prodotti buoni e scoperte e perchè no, anche di quello che combinano i miei due piccoli manigoldi.

      Invece, con cadenza abbastanza regolare mi ritrovo a stare davanti alla tastiera cercando di capire cosa scrivere e se sia giusto usare il blog per far questo. Sinceramente non dovrei, magari è noiso e magari se una persona cerca una ricetta non deve certo ritrovarsi a leggere dell’ennesimo problema della sanità italiana. Però lo faccio perchè amo mio figlio come ogni mamma sa e non ho più altri mezzi per rendere visibile questo problema. Telefonate, mail, lettere e manifestazioni non sono sufficienti. Le istituzioni non rispondono..troppa fatica forse. La rete invece sì. In questa occasione non conto neanche le mail che ho ricevuto quindi scusatemi ma devo riapprofittare di voi e della vostra pazienza.

      La scorsa settimana mi chiamano dalla fondazione Santa Lucia ( l’ospedale dove mio figlio, di 6 anni, fa una fisioterpia riabilitativa per cercare di migliorare, per quanto possibile, l’esito di una grave compressione midollare con cui è nato (oltre svariate altre cose ma tralascio)) e mi dicono che c’è una riunione il sabato successivo. Riunione importante. Bene, il sabato è arrivato e sono andata a sentire cosa avessero da dirci. La direzione della fondazione ci ha comunicato che, per mancanza di liquidità, il 31 Dicembre tutta l’ospedale, le palestre e gli ambulatori chiudono. Non si va avanti, a meno di un intervento tempestivo della Regione Lazio nei prossimi 20 giorni, intervento promesso da mesi e sancito anche da giudizi del Tar.

      Ma io cosa devo raccontarvi? Che molti genitori cominciavano il loro intervento così “salve sono la mamma di Giulio, un bambino seguito qui da 8 anni…” “salve sono il papà di Alessia che frequenta il Santa Luica da 6 anni…”? Li ho invidiati. Sì perchè il mio piccolo il Santa Lucia lo frequenta solo da 2 anni. Solo. E in 6 anni anni di vita ha cambiato 4 posti, ha cambiato 4 fisioterapiste e 4 equipe mediche. Alla chiusura di un centro ci siamo già passati. Come siamo passati dalla ricerca di una struttura dove andare, dalla preoccupazione di non trovare posto, dalla speranza di essere chiamati. Io so cosa c’è al di là del Santa Lucia. Sapete che esiste anche una gerarchia nelle difficoltà di trattamento delle malattie? Non tutte le malattie sono codificate, tanto da poter dire “se in questa asl non va andiamo in un’altra”. Quando perdevamo un centro, decine di persone a dirmi..” guarda io conosco una fisioterpista in gambissima”. Solo chi non conosce le malattie rare può dire una cosa del genere…e in fondo è bello che la maggioranza della gente non le conosca. Purtroppo con certe malattie non sai bene come intervenire, non sai come agire e se, dopo anni, trovi la terapia che sembra funzionare, quella con cui tuo figlio passa dal gattonare a malapena al camminare con un deambulatore, allora è con quel team che deve stare e nessun altro.

      E non è carità se me lo permettono. C’è qualcosa che si chiama diritto alla salute, salute che lui non ha e che cerchiamo di fargli recuperare il più possibile. Dal 31 Dicembre questo non è più concesso, a lui, come a centinaia di bambini e adulti le cui situazioni sono gravi. Tra l’altro le asl della zona hanno già fatto sapere di non essere in grado di occuparsi di loro.

      In tutto questo, non solo la Regione deve milioni e milioni di euro ma la asl di roma c manda a dire che non riconosce un certo numero prestazioni e chiede quindi alla Santa Lucia (erroneamente ) 460.000 euro. Io sono un funzionario pubblico, lavoro al ministero della Difesa e mi occupo anche di contratti e all’inizio colleghi bravi, esperti e irreprensibili mi hanno spiegato che quando si tratta la Cosa Pubblica bisogna agire, da norma di legge, come un Buon Padre di Famiglia. Ho sempre trovato questa espressione di una saggezza unica e cerco io stessa di applicarla quotidianamente. Ora, dove sta il buon senso del padre di famiglia nel chiedere dei soldi ad una fondazione quando la regione deve una quantità di fondi spaventosa? Ma come si fa solo a pensarla una cosa così.

      Sia chiaro una cosa: non sono qui per sbandierare la gravità della situazione di mio figlio e smuovere qualcuno a compassione. Non mi piace farlo. Vorrei tenere la parte più dolorosa della mia e della sua vita più riparata possibile. Il fatto è che non posso neanche fare questo, perchè se non faccio risaltare questa notizia lui rischia di non avere più la possibilità di migliorare. Invece di starmi “solo” a preoccupare della sua salute, della sua malattia e della sua felicità devo preoccuparmi di sbattere la testa da una parte all’altra per farlo curare. Perchè lo scrivo qui? un pò per rendere conto a tutte le persone che mi hanno scritto e aiutata, un pò perchè spero che spunti un’idea, una soluzione, che la notizia arrivi a chi di dovere. Ovviamente noi genitori da adesso in poi partiremo con delle diffide o sorta di class action (anche se in italia ancora non è previsto…) ma a noi interessa risolvere il problema a breve.

      Io convivo da anni con una tristezza svilente…sono adulta, lo affronto o almeno faccio quello che posso. Ma NON posso e NON voglio permettere che mio figlio acquisisca anche questo. Già dovrà affrontare molte prove difficile, oltre a quelle quotidiane che fa. E’ un pò di anni che a Natale c’è sempre un motivo per non godersi il periodo festivo. Quest’anno poi, dopo questa riunione, abbiamo cominciato un mese prima. Non so come sarà il prossimo Natale. Vorrei far vedere una cosa anche se mi costa molto (se qualcuno avesse intenzione di parlare di strumentalizzazione, sappia che quello che sto strumentalizzando è il dolore mio e quello di mio figlio quindi ritengo di essere libera di farlo). Nel video seguente lo vedrete camminare come lui sa fare. Posso con molto orgoglio dire che è forte, determinato e intelligente. A scuola è molto bravo pur dovendo fare le cose con una concentrazione superiore a quella dei suoi pari di 10 volte. In questo periodo la domanda ricorrente è “mi segni a calcetto? io voglio giocare come tutti gli altri”. A Calcetto non ci può andare ma si sta impegnando per escogitare un modo tutto suo per giocare a calcio usando il carrellino..sposta il pallone usando tutti i mezzi che ha. E’ bello da vedere. Per me commovente forse, concedetemelo, ma bello. Senza quel carrellino crolla, perchè le gambe non lo reggono ma col suo “inseparabile compagno” vorrebbe andare in capo al mondo. Magari qualcuno dalla regione gli viene a spiegare che questo è il massimo che può pretendere dalla sua vita, perchè miglioramenti per giocare a calcetto dal 31 Dicembre non potrà farli più.

      http://www.youtube.com/watch?v=AFjzugBm6Ig

    • Cib’ARTE

      Nov 24th

      Roma è una città incredibile. Sarà che sono di parte, ma ciò che mi colpisce è la presenza di segni artistici di mille epoche e stili diversi. Epoca romana?Città con più segni dell’impero romano nonpotrei trovare. Medioevo? C’è ma si può definire Roma solo una città Medievale? No, perchè mica è solo questo. Il Rinascimento, il Barocco, l”800…potrei continuare…c’è tutto. Secondo me uno dei motivi per cui la chiamano la Città Eterna è che non si finisce mai di scoprirla. Si può andare in giro eternamente appunto e trovare sempre qualcosa di nuovo e purtroppo è vero che proprio i suoi abitanti conoscono poco della loro città. Quando ho letto del contest di Simona, Cib’Arte, il pensiero è stato “se non trovo qualcosa io….”.

    • Tendenze reali e pensierini nostrani

      Nov 20th

      Ad aprire giornali e pagine di internet  di notizie con effetti devastanti sulla nostra psiche se ne trovano a bizzeffe: dalla crisi finanziaria alle tredicesime che sembrano un miraggio, dalla situazione internazionale a quella, tutt’altro che tranquilla, italiana c’è di che restare impressionati. Leggi di tutto e il contrario di tutto e quando pensi che non ne puoi più ecco arrivare la notizia che cattura la tua attenzione per l’impatto che ha sulla società civile. Quella che ho letto io mi ha veramente lasciata …senza parole è dire poco.

    • Aiutarsi per ricominciare

      Nov 16th

      Patrizia

      Chiara

      So benissimo quanto l’unione di più persone possa fare quando c’è un problema che sembra irrisolvibile e quando c’è qualcosa che vogliamo far conoscere.

    • La sindrome del Venerdì e le graffe con le patate viola

      Nov 10th

      Post mammesco..di quelli che esprimono solidarietà e comprensione per le sventurate mamme. In che periodo siamo?? Novembre. Questo vuol dire che, oltre al bellissimo ritorno della zucca, delle castagne, dei melograni e dei caki…dal punto di vista materno c’è il temutissimo ritorno della sindrome del venerdì.

      Per me quest’anno non ha fatto eccezione, anzi, è stata puntualissima. Avevo ampiamente sperimentato la sindrome del venerdì con Albertino. Il problema è che ora tale sindrome è doppia, perchè ha ovviamente colpito anche la Pasionaria e quindi quasi tutti i venerdì me la ritrovo fa capo e collo. Se qualcuno si sta domandando cosa sia la sindrome del venerdì, o non ha figli, o li ha ma sono troppo grandi e se lo è scordato oppure è molto, molto fortunato.

      Una mamma qualsiasi, con prole compresa fra 0 e 10 anni, sa che se un figlio si ammala, capiterà sempre e comunque di venerdì. Quando il pediatra ha chiuso lo studio da un pezzo. Quando il pediatra ha chiuso il cellulare dal Giovedì precedente. Quando i pronto soccorsi sono più pieni del Luna Park e le farmacie vicino casa non sono di turno.  E voi vi domandate: ” e adesso chi diamine me la fa un’impegnativa dell’antibiotico , che tanto lo so che ci vuole quello” ma che se andate in farmacia e lo chiedete al farmacista senza impegnativa quello subito vi dice che state contribuendo a creare dei batteri/microbi e quant’altro super resistenti? Che vostro figlio risulterà immune a tutte le cure per i prossimi vent’anni?

      Io non sono certa quella che consiglia di abusare dei farmaci, ci mancherebbe. Parlo solo dell’esperienza spicciola che si articola in: tosse forte, anzi fortissima che impedisce a vostro figlio di stare fermo sul cuscino e a voi di dormire (perchè non si sa come mai ma lui dorme lo stesso), febbre a 39 come valor medio e variabile fra il 38 e il 40 che sembra sia assolutamente refrattaria ai quintali di tachipirina (sudano ma la febbre non scende..mi è capitato anche questo); gola rossa, piena di placche e con due tonsille rugose simili al nocciolo di un’ albicocca (eppure la strada per lo stomaco deve pur essere da quelle parti dato che in condizioni normali mangiano).

      Se poi vi aspettate un momentaneo calo della vivacità, in genere capita solo nei momenti veramente critici, cioè sopra il 39 e mezzo. Se solo hanno 39 e 4 possono tranquillamente continuare a urlare, fare capricci e litigare con i fratelli intorno. Voi, piene di preoccupazione (almeno al primo figlio) decidete che non si può aspettare fino a lunedì e andate al pronto soccorso (quello che poi diventerà il solito pronto soccorso). La prima volta stavo lì col frugoletto pieno di tosse, tutta preoccupata pensando alla broncopolmonite (è quello che mi ripetono sempre i nonni “ma non avrà mica la broncopolmonite??”  i primi tempi mi spaventavo..ora ho risposte alternative). Tutti i bimbi fanno una baraonda dentro la sala d’attesa che basterebbe la metà. Per di più il brusio è puntualmente aumentato dal televisore che trasmette h24 il Disney channel o i Teletubbies (e qui si potrebbero fare ore e ore di discussione su quel cartone animato: chi lo ha inventato?? Ditemelo, perchè lo voglio guardare in faccia) mentre le infermiere da dietro il vetro ti guardano con aria di sufficienza perchè tu stai lì e chiedi una visita e quelle ti dicono che per queste cose c’è il medico curante (di venerdì alle 22:30 te lo dicono).

      Le mamme più esperte le riconosci subito: leggono un giornale, si sono portate acqua, biscotti, qualche Gormita e qualche Cucciolo cerca amici e mentre i figli giocano loro leggono un pò. Magari la visita l’hanno già fatta e aspettano il foglio di dimissione. Esce il dottore di turno che le chiama (sembra che si conoscano, strano…) e prima che lui parli loro cominciano la lista delle cose da fare: antibiotico due volte al giorno 5 ml, aerosol 4 volte al giorno 20 gocce di fisiologica + 4 di broncovaleas+ 20 di Fluibron, lavaggetti al naso con fisiologica e argento proteinato e tachipirina ogni 4 ore. Il dottore annuisce e dice ” Le serve altro?” ” L’impegnativa, grazie”.  Tu vedi questa scena e pensi che evidentemente quella ha un bimbo solo con una leggera influenza, mica come il vostro. Poi arriva un tipetto che tossisce come vostro nonno e parla come se avesse una molletta sul naso, con gli occhi lucidi da febbre e un gormita fra le mani. Hummmm..

      A quel punto vi chiamano: voi tutte preoccupate entrate immaginando la terribile visita e invece cominciano a chiedervi notizie varie sul bambino dal parto in poi. Con la massima calma vanno da pupo in preda alla tosse, posizionano lo stecoscopio e ascoltano, controllano le orecchie e vedono la gola. La prima cosa che chiedete è “ha la broncopolmonite?” e neanche vi rispondono. La frase che mi sentivo ripetere spesso era “lo tolga dal nido” e tu lì che vorresti dire “perchè, viene lei a tenermelo? è disponibile? Ha una tariffa bassa?” e poi ti dicono di rivestirlo e ti dicono anche di accomodarvi in sala d’aspetto. Dopo un altro paio di visite esce il dottore e ti fa “antibiotico ogni 12 ore, aerosol 4 volte al giorno con 20 gocce di fisiologica, 4 di broncovaleas, ….” E normalmente termina con un “però signora per queste cose c’è anche il pediatra” (aridaje…)

      Credo che provino una somma soddisfazione nel pronunciarlo. Fatto sta che tornate a casa e vi accingete a passare un divertentissimo weekend scandito da tutte quelle cose…perchè non potreste uscire neanche volendo, non c’è abastanza tempo fra un aerosol e l’altro. Dopo due o 3 di questi episodi, si impara e si va con un minimo di tranquillità in più..anche se rimane la regola del venerdì e voi sarete in grado di anticipare i nomi dei medicinali dei vostri figli.

      Tempo fa, in uno di questi weekend decisamente poco divertenti, chiesi ad Albertino cosa volesse per merenda. “La ciambella” mi ha detto lui. Una bella ciambella morbida morbida con le patate nell’impasto, fritta e zuccherata..sì, l’ideale per le tonsille gonfie! Poi a dirla tutta, avevo le ultime patate violette da finire…e quindi ho provato la ricetta di Adriano, unendo all’impasto le patate violette invece che quelle classiche….buone, consolatorie e pure colorate..sarebbero state perfette nella sala d’attesa del pronto Soccorso :)

      RICETTA: LE GRAFFE CON LE PATATE VIOLA

      Ingredienti

      • 500gr farina forte
      • 100gr latte
      • 100gr burro
      • 3 uova medie
      • 200gr patate lessate e schiacciate (io ho usato le patate violette)
      • 80gr zucchero
      • 15gr lievito di birra
      • 8gr sale
      • buccia grattugiata di un limone

      Procedimento
      Mescoliamo il latte tiepido con il lievito e 90gr di farina. Quando sarà gonfio (ca. 40′) uniamo le uova, il sale, lo zucchero e circa 300gr di farina, incordiamo. Aggiungiamo le patate a temperatura ambiente ed il resto della farina, incordiamo poi uniamo il burro appena morbido (non in pomata), incordiamo capovolgendo più volte l’impasto. Se non riusciamo ad incordare, quando l’impasto è diventato elastico.  Spegnamo la macchina e copriamo. Dopo 15 minuti facciamo fare 5-6 giri a bassa velocità e copriamo. Dopo 15 minuti ripetiamo l’operazione, copriamo e lasciamo raddoppiare (ca.2 ore).

      Rovesciamo sul tavolo, diamo un paio di giri del secondo tipo (prendiamo un lembo, tiriamolo delicatamente verso l’esterno e portiamolo al centro. Prendiamo l’angolino destro e ripetiamo l’operazione. Quando abbiamo completato il giro riprendiamo l’operazione facendo una maggiore pressione al centro e completiamo un altro giro…dovremmo ottenere una mezza sfera tesa), rovesciamo e copriamo con pellicola.

      Dopo circa un’ora rovesciamola di nuovo, pieghiamo in due ed allunghiamo.
      Spezziamo in pezzi da 60gr e avvolgiamo stretto. Quando abbiamo finito riprendiamo dal primo e, con le dita infarinate, premiamo al centro fino a forare.
      Facciamo roteare sul dito per formare l’anello e mettiamo man mano sul tavolo poco infarinato coprendo con pellicola, lasciamo lievitare 30 minuti.
      Riscaldiamo a 170° abbondante olio di arachidi (devono galleggiare), immergiamo poche per volta dal lato che era in alto. Non appena finisce di gonfiare giriamo e portiamo a doratura. Giriamo ancora e portiamo a doratura.

      Asciughiamo con carta da cucina e passiamo nello zucchero eventualmente mescolato con poca cannella in polvere (e..per una carica di allegria in un weekend un pò così..tanti zuccherino colorati)

      Questa ricetta fila dritta dritta dalla mia cara Fujiko!

       

      La sindrome del Venerdì e le graffe con le patate viola
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      Recipe Type: Dolci
      Ingredients
      • 500gr farina forte
      • 100gr latte
      • 100gr burro
      • 3 uova medie
      • 200gr patate lessate e schiacciate (io ho usato le
      • patate violette
      • )
      • 80gr zucchero
      • 15gr lievito di birra
      • 8gr sale
      • buccia grattugiata di un limone
      • Procedimento
      • Mescoliamo il latte tiepido con il lievito e 90gr di farina. Quando sarà gonfio (ca. 40′) uniamo le uova, il sale, lo zucchero e circa 300gr di farina, incordiamo. Aggiungiamo le patate a temperatura ambiente ed il resto della farina, incordiamo poi uniamo il burro appena morbido (non in pomata), incordiamo capovolgendo più volte l’impasto. Se non riusciamo ad incordare, quando l’impasto è diventato elastico.  Spegnamo la macchina e copriamo. Dopo 15 minuti facciamo fare 5-6 giri a bassa velocità e copriamo. Dopo 15 minuti ripetiamo l’operazione, copriamo e lasciamo raddoppiare (ca.2 ore).
      • Rovesciamo sul tavolo, diamo un paio di giri del secondo tipo (prendiamo un lembo, tiriamolo delicatamente verso l’esterno e portiamolo al centro. Prendiamo l’angolino destro e ripetiamo l’operazione. Quando abbiamo completato il giro riprendiamo l’operazione facendo una maggiore pressione al centro e completiamo un altro giro…dovremmo ottenere una mezza sfera tesa), rovesciamo e copriamo con pellicola.
      • Dopo circa un’ora rovesciamola di nuovo, pieghiamo in due ed allunghiamo.
      • Spezziamo in pezzi da 60gr e avvolgiamo stretto. Quando abbiamo finito riprendiamo dal primo e, con le dita infarinate, premiamo al centro fino a forare.
      • Facciamo roteare sul dito per formare l’anello e mettiamo man mano sul tavolo poco infarinato coprendo con pellicola, lasciamo lievitare 30 minuti.
      • Riscaldiamo a 170° abbondante olio di arachidi (devono galleggiare), immergiamo poche per volta dal lato che era in alto. Non appena finisce di gonfiare giriamo e portiamo a doratura. Giriamo ancora e portiamo a doratura.
      • Asciughiamo con carta da cucina e passiamo nello zucchero eventualmente mescolato con poca cannella in polvere (e..per una carica di allegria in un weekend un pò così..tanti zuccherino colorati)
      Instructions
      1. Mescoliamo il latte tiepido con il lievito e 90gr di farina. Quando sarà gonfio (ca. 40′) uniamo le uova, il sale, lo zucchero e circa 300gr di farina, incordiamo. Aggiungiamo le patate a temperatura ambiente ed il resto della farina, incordiamo poi uniamo il burro appena morbido (non in pomata), incordiamo capovolgendo più volte l’impasto. Se non riusciamo ad incordare, quando l’impasto è diventato elastico. Spegnamo la macchina e copriamo. Dopo 15 minuti facciamo fare 5-6 giri a bassa velocità e copriamo. Dopo 15 minuti ripetiamo l’operazione, copriamo e lasciamo raddoppiare (ca.2 ore).
      2. Rovesciamo sul tavolo, diamo un paio di giri del secondo tipo (prendiamo un lembo, tiriamolo delicatamente verso l’esterno e portiamolo al centro. Prendiamo l’angolino destro e ripetiamo l’operazione. Quando abbiamo completato il giro riprendiamo l’operazione facendo una maggiore pressione al centro e completiamo un altro giro…dovremmo ottenere una mezza sfera tesa), rovesciamo e copriamo con pellicola.
      3. Dopo circa un’ora rovesciamola di nuovo, pieghiamo in due ed allunghiamo.
      4. Spezziamo in pezzi da 60gr e avvolgiamo stretto. Quando abbiamo finito riprendiamo dal primo e, con le dita infarinate, premiamo al centro fino a forare.
      5. Facciamo roteare sul dito per formare l’anello e mettiamo man mano sul tavolo poco infarinato coprendo con pellicola, lasciamo lievitare 30 minuti.
      6. Riscaldiamo a 170° abbondante olio di arachidi (devono galleggiare), immergiamo poche per volta dal lato che era in alto. Non appena finisce di gonfiare giriamo e portiamo a doratura. Giriamo ancora e portiamo a doratura.
      7. Asciughiamo con carta da cucina e passiamo nello zucchero eventualmente mescolato con poca cannella in polvere (e..per una carica di allegria in un weekend un pò così..tanti zuccherino colorati)
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      2.2.1
    • Attentato ad una tarte di zucca

      Nov 2nd

      In questo periodo mangerei tantissima zucca: sarà che è arrivato l’autunno col suo carico di frutti, sarà che se non mi faccio una vellutata di zucca non sono contenta, sarà pure che Halloween la sua suggestione la crea…ma  in questo periodo zucca deve essere. Sul salato ci siamo, di cose me ne piacciono tante, però ogni anno mi resta il cruccio di non aver trovato un dolce che mi soddisfi. Possibile che gli americani parlino e straparlino di questa benedetta torta di zucca, buona, favolosa, tradizionale, etc etc…e a me sembrano (anzi sembravano) tutte abbastanza scialbe? Volete (anzi volevate) mettere anche una semplicissima crostata nostrana? un bel ciambellone tipico delle nonne? una torta di mele che più semplice non si può?

      Quest’anno però non potevo passarla liscia: il mio capo un paio di settimane fa mi ha chiesto se per halloween, potevo portare una bella torta di zucca “americana” per festeggiare tutti insieme! Eh…proprio di zucca, mannaggialamiseria! Alea iacta est: il dado era tratto e quindi dovevo trovare una torta di zucca, americana, degna di questo nome e saporita. In genere quando si tratta di mission impossible, c’è una sola persona a cui mi rivolgo, anzi mi affido: la mia amica Rossana, che oltre a essere un genio della cucina vive, guarda un po, proprio in America da tanti anni. Se la ricetta giusta non l’aveva lei, chi poteva??? E infatti ce l’aveva! L’ha pure provata, prese le dosi giusti, fatta in più versioni e passatemela molto gentilmente! Unica differenza: questa tarte richiederebbe le noci pecan, molto comuni in America. Qui non ne ho trovato neanche l’ombra e sì che è tanto che le cerco. Dopo consultazione con Rossana, ho sostituito con le nocciole, perchè secondo lei si avvicinano e sopratutto stanno bene con gli ingredienti! Beh…è uscita fuori una tarte niente male, nulla a che vedere con le classiche crostate di zucca fatte finora…un pò più elaborata ma sicuramente  con un risultato…come ve lo posso descrivere?Hummmm..vi racconto questa cosa!

      Per fare velocissimamente una foto a questa torta (dovevo pur fare una prova prima di portarla in ufficio) ho chiesto ad una piccola aiutante di tenermi il piatto per sistemare Il Gatto che voleva fare un simil attentato a tutto ciò che di commestibile c’era nel giro di 3 metri. Messo il cibo a riparo stavo per scattare quando l’unica cosa che sono riuscita a riprendere è stato il vero e proprio attentato che la fetta ha subito.. Mi spiace quindi..ma questo è ciò che posso testimoniare! :D

      RICETTA: TARTE DI ZUCCA AL CIOCCOLATO CON NOCCIOLE PRALINATE AL RUM

      Ingredienti

      (8 tartellette 10x2cm oppure 1 tarte rettangolare 20×30 cm)

      Base:

      • 150 gr di noci pecan finemente tritate (io, nocciole)
      • 300 gr di farina
      • 70 gr di zucchero semolato
      • 5 gr di sale
      • 115 gr di burro
      • 60 gr di acqua ghiacciata

      Crema di zucca al cioccolato:

      • 300 gr di purea di zucca
      • 100 gr di zucchero
      • 0.5 gr di cannella in polvere
      • 0.5 gr di zenzero in polvere
      • 2 uova intere
      • 100 gr di cioccolato fondente (in scaglie)
      • 100 gr di panna fresca

      Crema chiffon alla zucca:

      • 200 gr di purea di zucca
      • 50 gr di zucchero semolato
      • 2 tuorli d’uovo
      • 100 gr di panna
      • 2 albumi
      • 30 gr di zucchero semolato

      Copertura:

      Pecan pralinati al bourbon (io, Nocciole e Rum)

      • 100 gr di noci pecan (nocciole)
      • 25 gr di burro
      • 50 gr di zucchero semolato
      • ½ bicchierino di bourbon whyskey (Rum)

      Ganache di cioccolato

      • 100 gr di cioccolato fondente
      • 100 gr di panna fresca

      Procedimento

      Base

      1. Porre tutti gli ingredienti secchi un una ciotola piuttosto capiente e mescolare bene
      2. Aggiungere il burro freddo tagliato in piccoli pezzi e sabbiare, sfregando velocemente tra ledita il burro ed il resto degli ingredienti fino ad ottenere una distribuzione uniforme del burro.
      3. Aggiungere tutta l’acqua assicurandosi che sia freddissima e mescolare quel tanto che basta a legare l’impasto
      4. Trasferire l’impasto su un piano di lavoro leggermente infarinato e compattare con le mani , avvolgere l’impasto nella pellicola per alimenti e lasciar riposare in frigorifero fino al momento dell’utilizzo
      5. Rimuovere l’impasto dal frigo. Posizionarlo tra due fogli di carta da forno (o di pellicola per alimenti), e stenderlo ad uno spessore di un paio di millimetri.
      6. Rivestire le formine, premendo l’impasto contro il fondo e le pareti in modo da farlo aderire bene e livellare i bordi con la lama di un coltello e riporre in frigo.

      Crema di zucca al cioccolato

      1. Porre il cioccolato fondente in scaglie in una ciotola di vetro o di ceramica (resistente al calore)
      2. Portare ad ebollizione la panna a fuoco medio poi versarla sul cioccolato e lasciare che il cioccolato si sciolga lentamente (senza mescolare). Dopo una decina di minuti circa, mescolare il composto con una spatola di silicone fino a che la ganache appaia lucida e ben amalgamata. Lasciar intiepidire. *
      3. Aggiungere zucchero, spezie e uova alla purea di zucca e mescolare bene con una frusta fino ad ottenere un composto omogeneo poi incorporarvi la ganache di cioccolato

      *La ganache di cioccolato e’ prevista anche per la decorazione, per accorciare i tempi di preparazione si puo’ preparare in anticipo semplicemente aumentando di 100 gr la quantita’ di cioccolato e di panna (per un totale di 200 gr di panna e 200 gr di cioccolato), usandone meta’per la crema e riservandone l’altra meta’ per decorare

      Crema chiffon alla zucca

      1. Aggiungere 50 gr di zucchero, le spezie ed i tuorli d’uovo alla purea di zucca ed incorporare la panna, mescolando bene con una frusta
      2. Montare gli albumi a neve quasi ferma, aggiungere poco per volta il resto dello zucchero, continuando a montare fino ad ottenere una meringa ben soda.
      3. Incorporare la meringa al composto di zucca, mescolando delicatamente con una spatola di silicone.

      Pecan pralinati al bourbon

      1. Foderare una teglia di metallo (o altro materiale resistente al calore) con carta da forno.
      2. Tritare grossolanamente le noci pecan
      3. Sciogliere il burro in una padella piuttosto ampia e dai bordi alti,  aggiungervi le noci e tostarle a fuoco medio per 5 minuti circa, mescolando continuamente con un cucchiaio di legno.
      4. Aggiungere lo zucchero, sempre mescolando continuamente, fino a che lo zucchero non sara’ caramellato. Rimuovere la padella dal fuoco e versarvi dentro il liquore e girare energicamente.
      5. Versare le noci pralinate ancora calde nella teglia precedentemente preparata e distribuirle uniformemente. Spolverare il tutto con un cucchiaio di zucchero demerara e lasciar raffreddare completamente.

      Composizione e cottura

      1. Posizionare una teglia che possa contenere tutte le formine sul ripiano centrale del forno e riscaldarlo a 190°C
      2. Versare la crema di zucca al cioccolato nelle basi preparate, riempendole per due terzi circa, livellare il composto battendo leggermente le formine sul piano di lavoro e versarvi sopra la crema chiffon alla zucca fino ad arrivare appena sotto al bordo, livellare nuovamente.
      3. Disporre le formine sulla teglia nel forno e cuocere per 30-35 minuti. Le tartellette saranno pronte quando la superficie avra’ assunto un intenso colore ambrato e la lama di un coltello inserita al centro di una di esse verra’ fuori completamente pulita.
      4. Lasciar intiepidire le tartellette nelle formine

      Decorazione

      1. Sformare le tartellette e porle su una gratella.
      2. Preparare la ganache per la decorazione come per la crema di zucca al cioccolato, oppure riscaldare a bagnomaria la ganache precedentemente preparata riportandola ad una consistenza semiliquida.
      3. Versare un cucchiaio (o poco piu’) di ganache su ogni tartelletta, roteandola in modo che la ganache ricopra la superfice della tartelletta quasi fino al bordo
      4. Appoggiare un cucchiaino di noci pecan pralinate al centro di ogni tartelletta.

      Mando questa ricetta  da lei

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