Ognuno ha le sue passioni: nonno Giancarlo (mio suocero) è appassionato di tutto ciò che è natura, bosco e mondo animale. In particolare, appena il tempo, la stagione e gli eventi metereologici lo permettono, va a raccogliere funghi e spesso torna con veri e propri tesori micologici: i porcini! Chi sono io per non incoraggiare tale passione????? :) In fondo quei porcini bisogna consumarli: è un duro lavoro ma qualcuno deve pur farlo! Quando torna dalle sue gite con il cestino carico di funghi, la frase che ci attendiamo con ansia è sempre quella: “ho trovato i porcini!”. Ieri pomeriggio ho ricevuto una telefonata di mio marito, in codice, “mio padre ha trovato i porcini, vedi tu”: il codice decifrato era “stasera funghi per cena!“! Che altro potevo fare se non mettermi a pensare a qualche piatto a base di funghi?
Io con i porcini amo il classico : tagliatelle, oppure risotto. Qualche tempo fa però, ho provato un abbinamento su cui non avrei scommesso: tagliatelle al cacao (home made) con funghi porcini, mirtilli e pancetta. Voi direte che sono matta..ma vi assicuro che l’unione dei funghi porcini con i mirtilli è particolare ma davvero buona: sembra di sentire tutti i profumi del bosco, fra l’asprigno dei mirtilli e l’intensità dei funghi! Ho voluto farne una versione con i ravioli, per variare un pò (giuro che sono abbastanza integralista con i porcini in generale ma ogni tanto sperimento, abbiate pazienza!) ! In questo caso specifico bisogna condire bene i funghi (io ho messo poco sale, uffa..) perchè il ripieno con la ricotta potrebbe coprire un pò il gusto. Non ultimo, il piatto ha dei colori molto belli! Prima della ricetta, un consiglio: spesso con i ravioli si ha il problema della conservazione. Se li si prepara troppo prima, il centro del raviolo si ammolla, il bordo rimane più duro e in cottura tutto questo si avverte. Una nuova blogger (nuova per modo di dire, considerando l’esperienza e la sua meticolosità :) ), ci racconta come fare per evitare tutto questo: la sbianchitura della pasta fresca. Il post è molto bello, interessante e istruttivo, ve lo consiglio!!! In bocca al lupo a Teresa per la sua nuova creatura, che già mi piace molto per argomenti e discussioni!!! Io sarò sempre lì a seguirla!!!
RICETTA: RAVIOLI AI MIRTILLI CON PORCINI E PANCETTA
Ingredienti
Per la pasta fresca
Per il ripieno e il condimento
Procedimento
Preparare la pasta all’uovo: mettere la farina a fontana, le uova al centro e cominciare a mescolare con la forchetta. Impastare bene con le mani e poi coprire e mettere a riposare per un’ora. Nel frattempo mescolare la ricotta, i mirtilli e regolare di sale. Tirare la sfgolia e poi depositare il ripieno, magari aiutandosi con la sacca, in mucchietti distanziati MA SOLO SU META’ della pasta. Poi ripiegare l’altra metà su quella su cui si è sistemato il ripieno e poi tagliare i ravioli: in questo modo, si fa prima e si evita che la pasta si secchi. (mi raccomando, far uscire bene l’aria rimasta con le mani e sigillare la pasta). Mettere sul fuoco l’accua a bollire. Nel farttempo, tagliare a fette sottili i porcini. Scaldare l’olio evo in un pentola, mettere i porcini per un minuto (io questi freschi li cuocio davvero pochissimo) e aggiugere la pancetta (ordine del salumiere di fiducia: anche questa pancetta calabrese andava solo scottata quindi l’ho messa giusto alla fine!) Bollire i ravioli, scolarli e ripassarli in padella con il condimento. Versarli nel piatto e servirli. Nota personale? Io ho spruzzato un pò di cacao amaro sul piatto!
Usufruire del servizio postale, in una città come Roma, non è cosa da poco. File interminabili, litigate nonstanti i numeri d’ordine, malumori contro la lentezza del personale e delle persone davanti (d’altronde si sa che quello lento è sempre davanti a noi, è una delle leggi di Murphy più comuni!). Spesso accade che, per tentare di ovviare a tutto questo, vada alla posta del paesino vicino: abitando in estrema periferia, mi posso almeno permettere il lusso di scegliere fra fila in città e fila in paese! In generale, la posta al paese vicino ha un ordine di grandezza di caos nettamente inferiore a quella del mio quartiere e quindi, per spedizioni, raccomandate, bollettini e via dicendo sta diventando la filiale preferita. Siccome però c’è sempre l’eccezione che conferma la regola, quel giorno c’era una bella fila anche lì: dovevo spedire un pacco e avevo a carico La Pasionaria! Una combinazione tremenda, come avrei avuto modo di verificare in seguito! Il tempo passava e sinceramente non sapevo più cosa fare per trattenerla: fortunatamente, ha pensato lei a creare diversivi!
Ha infatti cominciato a parlare di un argomento che ultimamente sta molto a cuore sia a lei che al fratello più grande:
“Mamma, io ho il pisel…” “No!” ho risposto prontamente “sai bene che quella è la parte di Albertino!”
Sono molto fiera di affrontare, con i miei figli, l’educazione sessuale senza eccessivi tabù: cerco di applicare le moderne teorie, per evitare complessi e qualsivolglia turbe o imbarazzi su un fattore naturale e normale, etc. etc.. Da Freud in poi dovremmo pur aver imparato qualcosa (ed è per questo che durante la mia seconda gravidanza Albertino andava in giro a raccontare di “Oguli” e “spermazoi” vari…mai una cicogna e un cavolo hanno varcato le soglie di casa mia..o meglio, il cavolo solo per essere mangiato :) ) Il” piccolo” problema è che come al solito, ai figli tu gli dai un dito e loro si prendono il braccio e pure la gamba! Infatti a questo punto, La pasionaria ha cominciato a spiegare ad alta voce, di quale parti anatomiche fossere dotate lei e il fratello, con precisione quasi scientifica e nessun imbarazzo (tranne quello mio, crescente..). Al che, il pubblico era ormai conquistato. Una signora con aria indulgente ha esordito dicendo “Beata gioventù, sarebbe bello essere così ingenui” e un signore si è addirittura lanciato in una battuta “Eh beh, l’importante è avere le basi fondamentali”, stimolando la comune ilarità, tranne che la mia. Meno male che nel frattempo era giunto il mio turno: dovevo solo spedire il pacco e contavo sulla rapidità. Contavo male, dato che, avendo scaricato dal sito ufficiale delle poste il modulo di invio per posta celere, la gentile impiegata era ovviamente andata in tilt: non sapeva che fare e ha cominciato a rimproverarmi di non aver usato il vecchio modulo a penna. A quel punto era una questione di principio! Non intendevo spedire quel pacco se non col mio modulo e quindi la dipendente ha cominciato a telefonare a tutte le filiali in un intorno di 5 km per farsi spiegare al telefono come fare. Nel frattempo, La Pasionaria continuva a spiegare con dovizia di particolari le differenze anatomiche fra maschi e femmine, tanto che ormai i vari signori mi guardavano con sospetto!. A tutto questo si è aggiunta la sua improvvisa voglia di cantare l’Inno d’Italia (si sa che a casa mia i 150 anni dell’Unità hanno avuto grande rilievo): prima fa una piroetta e poi attacca:
“Frateelli, L’Italia, L’italia s’è dettta, dell’ellmo di cipio s’è INCINTAAA la tettta!”
Ora, io lo so che questo è il suo modo di cantare l’inno e che quelli sono errori non voluti. Certo è che sentire che si è INCINTA la Tetta dopo il discorso di prima, sembrava quantomeno sospetto, ancor più che la manigolda bimba, si è messa a ripetere in continuazione solo questa frase, pur sapendo a memoria tutta la canzone. Io ovviamente stavo litigando con la dipendente ma quando mi sono accorta degli sguardi, ormai di disapprovazione, delle altre persone, ho tagliato corto, ho spedito il pacco e mi sono beccata anche un ” e la prossima volta usi mezzi tradizionali…..”
Personalmente non credo molto nell’ingeniutà dei bimbi piccoli, men che meno in quella dei miei. Appena saliti in macchina, la portarice sana di “ingenuità” scoppia in una risatina e mi fa “hai fatto una figuraccia…”. E lo sapevo che dovevo parlare di cicogne e cavoli…ormai il danno era fatto, quindi mi sono semplicemente diretta, insieme al bagaglio di teoria moderne sul come non creare tabù ai bambini, verso il miglior Norcino della zona: come dire, almeno affoghiamo tutto nel cibo!
Quel norcino lì, una sorta di paese delle meraviglie per appassionati di salumi, maiali & co. vende anche una cosa buonissima: la crema di lardo e guanciale! La vende anche a differenti gusti: basilico, rosmarino, tartufo, olive e chi più ne ha più ne metta. Questa crema, ottima sulle bruschette e sulla pizza bianca, ho deciso di provarla su una semplicissima pasta che facciamo solitamente quando abbiamo fretta. L’ha resa cremosa e saporita! Non dietetica ma adattissima al bel pic nic sul balcone che abbiamo improvvisato al volo, rigorosamente tutto colorato e in plastica! (Questa azienda fa cose molto carine e mi sbizzarrirò un pò con i loro prodotti)
RICETTA: TAGLIATELLE ALL’ABRUZZESE CON CREMA DI LARDO E GUANCIALE AL BASILICO
Ingredienti:
Procedimento
In una padella con i bordi alti, mettere un pò di olio evo e lascia soffriggere la cipolla rossa tagliata sottile. Aggiungere la pancetta e far rosalare per bene (ma senza seccarla). Nel frattempo, cuocere la pasta nell’acqua bollente, scolarla e versarla nella teglia. Aggiungere una bella manciata di pecorino e un cucchiaio di crema di guanciale (se non l’avete potete fare anche senza..è solo un cremoso tocco in più). Aggiungere il basilico fresco (e a chi piace anche la salvia) e rigirare sul fuoco per un minuto o due, fino a far amalgamare tutti gli ingredienti. Servire ben caldo.
P.S.: perchè all’Abruzzese? non lo so, l’abbiamo sempre chiamata così!!!!
Ci sono delle ricette che leggi e ti colpiscono subito! Può essere per l’aspetto, per il sapore che immagini, per i colori che ha il piatto. Quando ho visto questa pasta praticamente ho deciso all’istante che l’avrei fatta (scavalcando tutti i piatti della mia to-do-list). Mi piaceva l’idea di un grande classico, come l’aglio e olio, rivisitato da una chef molto bravo (Raffaele Vitale) e reso accattivamente da quegli straccetti di mozzarella di bufala: non posso farci nulla, per la mozzarella di bufala si possono fare follie! Ricordo un mio collega napoletano a cui raccontai che una persona che conoscevo congelava abitualmente la mozzarella di bufala (confesso che con il fior di latte mi capita…ma con la bufala nooo): lui, da buon napoletano, si fece il segno della croce e mi rispose “Gesù mio, la mozzarella di bufala nel congelatore?? Neanche nel frigo va!” E giù un altro segno della croce come a chiedere perdono del “peccato culinario” commesso da qualcunaltro!
C’è stata una bella manifestazione a Paestum, Le strade della Mozzarella. Purtroppo me la sono persa, ma mi sono ripromessa di andarci il prossimo anno. Incontri così dovrebbero esserci più spesso…dato che poi vengono fuori, per esempio, primi come questo e anche molto di più. Qui si uniscono pochi ingredienti ma buoni, che danno vita ad un primo inaspettato, a maggior ragione perchè pensi di sapere tutto sulla pasta aglio e olio…evidentemente tutto non so! Inoltre mi è piaciuta molto la modalità di cottura della pasta: finire di cuocerla quasi “risottata” in padella, con il condimento del sugo e con l’acqua di cottura (io ho usata l’acqua scolata dai broccoletti). Secondo me dà un aroma molto buono.
Vi lascio la ricetta:
RICETTA: SPAGHETTI AGLIO E OLIO IN ACQUA DI BROCCOLI E STRACCETI DI MOZZARELLA
Ingredienti (per 4 persone..da noi per due!!!!)
Procedimento per acqua di broccoli:
Lessare i gambi e le foglie di broccoli, scolarli e pressarli in un setaccio fino ad eliminare tutta l’acqua di cottura., passarli quindi in un mixer unendo un filo d’olio extravergine d’oliva e un pizzico di sale, fino ad ottenere una salsa fluida e brillante. In un padellino soffriggere aglio, olio e peperoncino ed aggiungerlo alla salsa precedentemente ottenuta.
Per il sugo
Mettere sul fuoco una padella a bordo alto, con olio, aglio a fettine, peperoncino e gambi di prezzemolo, fino a far imbiondire l’aglio. Lessare la pasta in abbondante acqua salata, a cottura molto al dente, mantecarla nella padella con il sugo aggiungendo acqua di cottura (ho usato metà anche l’acqua scolata dai broccoletti) e continuare a cuocere mescolando continuamente con una pinza da cucina, fino ad ottenere l’emulsione dell’olio con l’amido della pasta .
Comporre il piatto:
Sistemare a specchio l’acqua di broccoli in un piatto fondo e con la pinza arrotolare a nido gli spaghetti, aggiungendo il sugo ottenuto e l’aglio croccante. Decorare con una foglia di prezzemolo e gli straccetti di mozzarella.
Quando Lydia mi ha raccontato di Wine and the City la mia reazione è stata calma e contenuta e, soprattutto, espressa con stile che neanche l’Accademia della Crusca: “Wowwwww!! Sììììì!! Che bello!!!! E vaiiiiiii!! Partecipo volentieri!”
Il fatto è che, se non si fosse notato, in questo periodo ho una leggerissima passione per il mondo del vino (pur non bevendo) e tutto ciò che lo riguarda, quindi ho trovato che questa iniziativa che si svolgerà a Napoli dal 18 al 21 Maggio sia veramente “adatta a questo periodo”, interessante e divertente. Perchè porta il buon vino fra la gente comune. Perchè unisce il mondo del vino a quello dell’artigianato e del design. Perchè rilancia una città che negli ultimi tempi viene citata troppo spesso per motivi non belli.
Insieme a Lydia e ad un altro gruppetto di blogger (e che blogger!) faremo una staffetta, durante questa settimana, in cui proporremo dei piatti che si ispirano a Napoli e alla Campania e che avranno dei vini abbinati dai sommelier dell’AIS di Napoli.
Questo il calendario della staffetta:
Lunedì 16 maggio
http://www.tzatzikiacolazione.blogspot.com/
http://unfiloderbacipollina.blogspot.com/
http://www.cookingplanner.it/
Martedì 17
http://lost-in-kitchen.blogspot.com/
http://gambettonellazuppa.blogspot.com/
http://artetecaskitchen.wordpress.com/
Mercoledì 18
http://lacucinadicalycanthus.net/
http://in-fu-sio-ne.blogspot.com/
http://symposionfoodies.blogspot.com/
Giovedì 19
http://solongandthanksforallthefood.com/
http://losciefscientifico.blogspot.com/
Venerdì 20
http://www.undejeunerdesoleil.com/
http://cookingbreakdown.blogspot.com/
(con un programma così non posso che consigliare di seguirlo giorno per giorno!)
Per questa manifestazione mi è venuto subito in mente un piatto che avevo mangiato in un ristorante del Cilento (la Cantinella sul mare). Purtroppo non ho la ricetta originale ma ho provato a reinterpretarlo secondo il mio gusto. In Campania sono famosissimi sia gli spaghetti alle vongole veraci che le zucchine a scapece e questa ricetta vuole provare ad unirli in un unico piatto:
RICETTA: SPAGHETTI ALLE VONGOLE VERACI SU CREMA DI SCAPECE
Ingredienti
Procedimento
Almeno un paio di ore prima di cuocere la pasta mettere le vongole nell’acqua fredda. Passato questo tempo, metterle a scolarle e nel frattempo preparare le zucchine a scapace. Tagliare le zucchine a rondelle e friggerle. Io non ho prolungato troppo la frittura perchè volevo conservare un bel colore verde. Una volta fritte, condirle con mentuccia, sale e un cucchiaio di aceto bianco (ne ho usato solo uno perchè volevo che desse il profumo ma che non prevalesse sugli spaghetti). In una padella, mettere un filo di olio e due spicchi d’aglio, inserire le vongole e farle aprire. Nel farttempo, far bollire l’acqua e cuocere gli spaghetti. Frullare finemente le zucchine fino ad ottenere una crema molto morbida. Adagiarla a specchio sul piatto di portata. Scolare la pasta e condirlo con le vongole, prendere una forchettata e appoggiarla sulla salsa a scapece. Decorare con qualche cubetto di zucchina crudo.
Il vino scelto è lo Strione Campania Bianco Igt 2007 Cantine Astroni
Abbinamento a cura di Tommaso Luongo, Delegato Ais Napoli
Il giorno di Pasqua, verso la fine del pranzo, quando oramai si era incerti se ingurgitare altra pastiera, altro cioccolato o un Malox, mia madre chiede ad Albertino di raccontare la favola di Cappuccetto Rosso, sussurandomi sottovoce ma con orgoglio “..sapessi come la racconta”. Albertino, ottenuto il silenzio generale, entra nella parte e comincia a raccontare la storia. Effettivamente, c’era di che essere orgogliosi: proprietà di linguaggio, ottima memoria, italiano curato e anche una buona interpretazione! Cosa poteva volere di più la mamma di un bimbo di 5 anni? Devo dire poi, che raccontava la favola rendendola interessante, infatti anche io seguivo con molta attenzione. Era giunto il momento in cui il lupo incontra nel bosco cappuccetto Rosso e viene a sapere che sta andando dalla nonna con un ricco paniere. Quando la suspance era al massimo, Albertino-mimì, con voce grossa comincia a dire: ” Eh no mia cara bambina! questo non succederà: la torta nel paniere me la mangio tutta iooooo!” A questo punto, Albertino si mette a guardare tutti noi negli occhi, uno per uno. Penso che sta per tirare fuori la vocina di una bimba spaventata….. quando con solennità dice: “e cappuccetto rosso gli rispose……… TIEEEEEEEEEE'”. Ora, voi non dovete pensar male, dovete proprio pensare malissimo: per rafforzare il concetto, qualora il suono non fosse stato abbastanza esplicito, Albertino decide di accompagnare il sonoro con un gesto che non lasciava spazio a nessuna altra interpretazione: il gesto dell’ombrello! Dire che ero costernata era poco!
Dopo un primo sbigottimento generale, i parenti cominciano a trattenere le risate, o meglio, cercano di ridere poco per non dar corda al bambino. Il furfante però, capisce benissimo che a questo punto l’attenzione generale è definitivamente conquistata e continua con generosità la sua interpretazione della risposta di cappuccetto Rosso al lupo. Come se non bastasse, La Pasionaria capisce che in qualche modo sta prendendo parte a una situazione potenzialmente divertente e dice pure lei, incitata dal fratello, “TEEEEEEEEEE” con grande spirito di partecipazione (le manca la “I” ma alla prima interpretazione non si poteva pretendere di più). Tra l’altro, si è dimostrata da subito un’allieva volenterosa, dato che, anche se non raggiungeva la perfezione tecnica del fratello, il gesto non aveva nulla a che invidiare alle migliori performance degli adulti. Non volendo che, per la legge del contrappasso, un mio rimprovero fissasse per sempre nella loro mente questa scena, cerco di non dar loro troppa importanza e, glacialmente, dico di finirla e di terminare il cibo altrimenti niente uova!
Io so bene di chi è la colpa e spero che il responsabile di tale insegnamento sia pentito…ma non credo! In ogni caso, sarà difficile dimenticare il pranzo di Pasqua. Molto difficile! E mi tocca anche essere solidale col lupo, che sarà scappato spaventatissimo, di fronte a quei due che, invece di Mimì & Cocò, in quel momento sembravano Totò e Peppino!
A proposito di Pasqua, questa è una pasta che ho provato proprio durante la settimana Santa: l’ispirazione è presa da un numero di Sale & Pepe ma l’ho cambiata un pò! Era suggerita con le reginette ma io volevo finalmente cucinare un formato di pasta particolare, fatto proprio con limone all’interno.
RICETTA: PASTA AL LIMONE CON PESTO DI ASPARAGI, LIMONE E PINOLI TOSTATI
Ingredienti
Procedimento
Mondate gli asparagi e lessateli in acqua salata in leggera ebollizione, da 10 a 15 minuti a seconda della loro grandezza. Se non avete l’apposita pentola, sceglietene una stretta e alta e sistemate gli asparagi legati a mazzetto, con le punte sempre rivolte verso l’alto e fuori dall’acqua. Scolate gli asparagi, tagliate le punte e mettetele da parte; riducete a tocchetti i gambi e trasferiteli nel mixer; unite il succo di mezzo limone, 40 gr di grana, 20 gr di pinoli, un pizzico di noce moscata, 5 cucchiai di olio e un pizzico di sale e frullate fino ad attonere una crema liscia e omogenea. Cuocere la pasta in abbondante acqua salata in ebollizione (se fosse necessario, diluite il pesto con un cucchiaio di acqua di cottura): scolate la pasta e conditele con il pesto. Unite le punte tenute da parte, cospargete con il grana e i pinoli rimasti leggermente tostati. Un appunto: a me sono piaciuti molto così, ma il profumo del limone era molto intenso. Se preferite che a prevalere siano gli asparagi, vi conviene aggiungerlo poco per volta e regolarvi a seconda del vostro gusto.