Tornare a casa tardi la sera, dopo un’ora e più passata nel traffico e nella pioggia non è il massimo. Certo è che quando si ha Albertino dentro casa, è difficile non farsi scappare un sorriso. Erano le 19-e-un-bel-pò-di-minuti quando varco la porta di casa dei miei e mi vedo questa scena: Albertino steso sul tappeto, completamente arrotolato nella carta igienica (viso compreso) con le mani incrociate sul petto e una “croce” vera egiziana (ricordo che mio padre portò dal Cairo) stretta fra le dita. Vi avevo già raccontato della sua passione per l’Egitto..certo è che trovarsi all’improvviso una mummia sul tappeto di casa è stato sconcertante e comico. Mia madre mi ha guardato, alzando le spalle e dicendomi sottovoce, tanto per giustificarsi, che le aveva chiesto di farlo diventare una mummia ( e si poteva forse dire no?????) e io ho ovviamente deciso di stare al gioco dicendo, con la solita voce scema ed esagerata di ogni adulto che pensa che i bambini scherzino, “ohhhh…guarda che c’è qui? una mummia” (Che originalità!!! Ripensandoci: ma quale persona normale avrebbe esclamato questo vedendo una vera mummia sul tappeto???) Mimì si mette a ridere un pò, poi si calma, si scopre gli occhi e mi dice: “Da grande, voglio fare il Faraone“. Beh, il ragazzo sta migliorando le sue idee sul futuro e sta facendo carriera: siamo passati dall’insegnante di nuoto, al dirigente, al Farone! Non male, per uno di 5 anni! mi chiedo quale sarà la sua prossima professione! Quando siamo tornati a casa nostra, gli ho detto che mi sarei messa a prepare dei dolcetti per la festa di carnevale con i suoi compagni che l’indomani si sarebbe tenuta a casa nostra e lui mi ha chiesto una cosa che mi ha gettata un pò nel panico: ” E che si mangiavano i Faroni???” Temendo che mi chiedesse di cucinare cibi degni di Tutankamon & Co. gli ho risposto che non ne avevo idea ma che era ora di andare a dormire, dato che avevo taaanto da fare!
Per la festicciola ho preparato questi piccoli dessert, provando una crema e un impasto che non avevo mai fatto: un curd di more (avevo le more…che farne???) e un impasto al mascarpone, preso da paul.&.young. Ho trovato molto buoni entrambi: sono semplici da fare e veloci (due belle caratteristiche!).
RICETTA: TARTELLETTE AL MASCARPONE CON CURD DI MORE, LAMPONI E CIOCCOLATO
Ingredienti
per le tartellette:
per il curd di more:
Per la guarnizione:
Procedimento
Per le tartellette, lavorare con un cucchiaio di legno il mascarpone, il burro e la vaniglia fino ad ottenere una crema liscia. Aggiungere a poco a poco la farina setacciata (io ho fatto queste operazioni con la planetaria, usando la foglia). Avvolgere la pasta in un foglio di pellicola e mettetela in frigo per almeno 2 ore (io l’ho fatto la sera prima..).
Per il curd di more, mettere zucchero e maizena setacciati in un pentolino, aggiungere l’uovo e frustare bene fino ad ottenere un composto schiumoso e chiaro. Aggiungere, sempre mescolando con la frusta, la polpa di mora e, per ultimo, il burro a pezzetti.
Accendere il fuoco a fiamma bassa e mescolare fino a bollore. Appena raggiunge il bollore rassoda nel giro di qualche istante. io non ho setaccaito il frullato di more, perchè i semini mi piacciono. Vi assicuro che il colore di questo curd è davvero molto bello! Fate raffreddare il curd prima di utilizarlo.
Infarinate la superficie di lavoro e create un cilindro di circa 7/8 cm di diametro. Tagliate delle fette di un cm circa, infarinate la superficie della fetta, se dovesse essere troppo appiccicoso, e passate leggermente il matterello fino a dare una forma circolare e uno spessore di 5 mm. Con un coppapasta della giusta dimensione, tagliare tanti dischi e procedere fino ad esaurimento dell’impasto, recuperando gli scarti dopo l’uso dello stampino. per la formatura, paul.6.young suggerisce di arrotolare un poco verso l’interno ogni disco in modo da ottenere una tartelletta triangolare con le punte arrotondate. Spennellare le tartellette con il tuorlo e riscaldare il forno a 180° . Mettere le tartellette su una teglia ricoperta di carta da forno e cuocere per 15-20 minuti.
Una volta cotte e raffreddate, mettere il curd in un sac a poche e creare delle “rose” sulla base al mascarpone. Aggiungere un lampone sulla cima della rosa e far colare con un cucchiaino del cioccolato fondente fatto fondere a bagnomaria col burro.
P.S.: questo impasto è particolarmente versatile, come la pasta sfoglia, quindi ho fatto una preparazione dolce e una salata…sotto vi mostro delle pizzette!
Con questa ricetta partecipo alla raccolta di Aria: sua morbidezza il MASCARPONE
Ho sempre amato Venezia, anche prima di esserci stata! Non so perchè, ma questa città ha sempre avuto su di me un fascino particolare. Quando avevo 15 anni, andammo in gita con le Suore proprio a Venezia..e me ne innamorai definitivamente. Era il 25 Aprile, San Marco, un sole da togliere il fiato, una sfilata storica meravigliosa e ricca di costumi e piazza San Marco piena di gente. L’impatto è stato notevole! Calcolate poi che, insieme ad un gruppetto di amiche adolescenti (eravamo decisamente imbranate anche perchè la nostra era una scuola tutta femminile), ho fatto la conoscenza di alcuni ragazzi Veneziani simpaticissimi (mentre le Suore ci seguivano a vista…come un’ombra nera) ! Anzi, uno di loro mi mandò, una settimana dopo, una lettera (strano sentir parlare di lettere ai tempi di mail, sms, skype..ma quanto erano belle?)…che mi consegnò direttamente mio padre, accompagnato da uno sguardo truce! Io mi chiusi in bagno a leggere quella lettera (che era una semplicissima lettera di saluto ma che bastò a confermare la mia passione per venezia) e quando uscii..trovai mio padre nella stessa posizione, con le braccia conserte! Ma nulla…da me non avrebbe ottenuto nessuna informazione!!! Molti anni dopo, A venezia ci sono tornata con mio marito: altra atmosfera, altra situazione…ma tanto romanticismo, quindi lasciatemi un momento di sdolcinatezza e fatemi citare una canzone di Toto Cutugno che mi canticchiavo in continuazione:
Quante volte fra i banchi di scuola ho studiato Venezia
Quante storie d’amore hanno scritto i poeti a Venezia
La laguna che cambia colore
Come le nostre stagioni di cuore
Se una donna la perdi la puoi ritrovare a Venezia
Finita la dichiarazione d’amore per la città lagunare e dintorni, come potevo non partecipare al contest Venezia nel piatto? Mi viene proprio naturale!
Ho pensato ai giorni trascorsi lì con mio marito, quando mangiammo a Murano dei gamberi buonissimi su un fumante piatto di polenta gialla…e allora ho provato a creare qualcosa di mio, partendo dalla lista degli ingredienti del contest. Vicino al piatto c’è un caro ricordo: un delfino in vetro di Murano, comprato da mio marito appena lo vide: ditemi voi se non ha dei colori perfetti con questo piatto! :)
RICETTA: POLENTINA BIANCA, VELLUTATA DI ZUCCA E ARANCIA CON GUAZZETTO DI VONGOLE VERACI E GAMBERONI
Ingredienti
Per la polentina
Per la vellutata di zucca e arancia
Per il guazzetto
Procedimento
Private la cipolla della parte esterna e riducetela a fettine. Controllate che la zucca sia priva di filamenti e semi, quindi tagliatela a tocchetti; lavate e asciugate l’arancia e prelevate la metà della scorza, tralasciando la parte bianca amarognola. Scaldate l’olio evo in una casseruola, unite la cipolla a fettine, la salvia spezzata, la scorza d’arancia e la zucca e lasciate rosolare il tutto per 2-3 minuti, mescolando spesso. Spolverizzate con la farina, unite a filo il latte, mescolando continuamente per evitare la formazione di grumi, quindi salate e cuocete la zuppa coperta, a fiamma bassa, per circa 30 minuti.
Nel frattempo, mettere l’acqua fredda in una pentola e portare a bollore. Versare la polenta bianca e cuocere, mescolando spesso per una trenitina di minuti(tenete presente che volevo una polentina finale molto morbida, cremosa…per non creare una differenza eccessiva con la vellutata di zucca). Regolare di sale. Eliminate la scorza d’arancio dalla zuppa, frullate quest’ultima nel mixer fino a ottenere una crema omogenea.
In un padellino, mettere l’olio e l’aglio, versare le vongole veraci e i gamberetti. far cuocere pochi minuti, fino all’apertura delle vongole. verso la fine aggiungere i gamberoni e far cuocere un minuto o due. Regolare di sale.
Per la presentazione del piatto, prendere un piatto piano abbastanza largo e poggiare sopra un coppa pasta circolare di circa 10 cm di diamtero. Versare attorno la polentina bianca, all’interno del cerchio versare la vellutata di zucca. Togliere piano il coppasta, versare sopra gentilmente il guazzetto e servire.
“papà..tu mi fai ridere dalle risate…”
Così ieri scherzava Mimì con mio marito, in una tranquilla serata familiare. Tv accesa, loro due stesi sul tappeto mentre io ero al pc e la Pasionaria svolgeva l’attività che più aspetto durante tutta la giornata: dormiva!!!! In televisione all’improvviso arriva una pubblicità che fa alzare la testa al papà-combattente-bakugan egli fa esclamare: “guarda , le Girelle! lo sai che da piccolo me le mangiavo sempre??? Erano buonissime!” Potevo lasciarmi sfuggire l’occasione???io ci vado anozze con queste cose! ” Ma lo sai che ho trovato la ricette per farle a casa???te le cucino!” La faccia di mio marito era quasi disperata:” No ti prego! Basta! compriamole”. In pratica, non ne può più di cose fatte in casa! Sarà che ormai dopo i sofficini home made, le torte della domenica, l’estratto di vaniglia, la pasta, il pane, i cornetti…si è stufato e vuole un’insanissima merendina industriale. Dove ho sbagliato? Eppure sto cercando di applicare alla dispensa di casa mia la lezione imparata su gennarino e che riguarda La Lista delle cose che non esistono. In pratica, una persona che vuole cercare di riguardare la proprio salute e il proprio palato, dovrebbe evitare certi cibi industriali che possono far male perchè fatti con ingredienti non del tutto genuini: questa è una delle prime cose che ho imparato frequentando il forum. All’inizio sorridevo sempre e prendevo la cosa con ironia..lo consideravo quasi uno scherzo. Pian piano però, la lista, partita con due o tre elementi, si è allungata e, soprattutto, si è inserita nella mia testa col risultato che, quando giro fra i banchi del supermercato.. è un vero dramma: guardo con amarezza i pacchi di merendine, le scatolette di latta, i preparati industriali (quelli comodissimi e che una volta stazionavano nel mio frigo)…se passo dai congelati poi, l’amarezza diventa fortissima. Il problema è che tempo fa nel mio frigo qualche cosa di pronto per l’esigenza dell’ultimo minuto c’era..ora non più! peccato che, di esigenze dell’ultimo minuto invece ce ne siano sempre in quantità e a volte non so che cucinare! Tanto è vero che qualche cubo malefico (vedere lista seguente) vi confesso che c’è..si nasconde bene ma c’è..perchè la minestrina serale fa sempre la sua figura con i bimbi di età inferiore ai 10 anni. Dopo la confessione di essere una mamma sciagurata e una moglie rompiscatole, vi faccio vedere la famosa lista nera: mi aspetto ingiurie, occhi sbarrati e proteste (riporto la lista da Gennarino):
Lo so… il mondo senza alcune di quelle cose potrebbe non avere senso..ma putroppo ho letto le etichette con i rispettivi ingredienti e oramai il danno è fatto! C’è da dire che non sono una integralista e che qualche volta, a rotazione, quei prodotti finiscono nella mia cambusa (si mimetizzano e poi spuntano fuori nei momenti del bisogno)! ma è meglio non dirlo in giro!
Il fatto è che quella lista mi fa stravolgere le ricette che vedo. Per esempio, su un giornale c’era la foto di un bel timballo, guscio di pasta sfoglia, anelletti, noci, panna…ho tutto??? Hummm..la pasta sfoglia ce l’ho, ma è quella industriale, quindi leggo gli ingredienti e che trovo??La sostanza lipidica industriale, ovvio! Valutando che la mezz’ora a disposizione non fosse sufficiente per preparare la pasta sfoglia homemade, ma volendo fare a tutti i costi quel primo, ho deciso di puntare, come guscio, su una classica pasta frolla (in fondo tanti timballi del sud vengono fatti così). La panna ..no, la evitiamo. Che mi rimane? Gli anelletti non ce li ho, e mi faccio andar bene la pasta maritata! insomma…quello che vedete è ciò che è venuto fuori!
RICETTA: TIMBALLO IMPERIALE
Ingredienti
Procedimento
Nella planetaria, impastare lo strutto con lo zucchero (lo strutto dà una particolare morbidezza alla frolla), aggiungere l’uovo, il sale e l’acqua fredda e infine la farina. Mettere a riposare in frigo per almeno 2-3 ore. Se non avete la planetaria va benissimo anche fatto a mano. Passare al mix l’aglio, l’olio, le noci, il parmigiano, il sale e un pizzico di pepe fino ad ottenere una crema. Lessare la pasta al dente (basteranno 6-7 minuti di cottura), conditela con pesto di noci, con i piselli e con i tuorli delle uova precedentemente sbattuti. Incorporare gli albumi montati a neve. Foderare una teglia con la pasta frolla, aggiungere la pasta condita e mettere in forno a 180° per 25-30 minuti.
Con questa ricetta partecipo al contest di Farina, lievito e fantasia Frutta in pentola